I prossimi scenari convivendo con la pandemia: che accadrà nel 2021?

Quali saranno gli scenari che si apriranno nell’immediato futuro è ancora presto per dirlo, ma le ipotesi possibili sono due: una che ci vedrà continuare a convivere ancora per diverso tempo con il virus, e una secondo la quale il vaccino riuscirà a farci conseguire un’immunità di gregge adeguata ad un ritorno a una vita pressoché ‘normale’.
Le sorti del mondo dell’hospitality saranno legate giocoforza all’indice RT, che segnala – come abbiamo ormai imparato a conoscere – il livello di contagiosità del virus. Ovvero il numero di persone che un individuo positivo riesce a contagiare. Quando l’indice RT è basso (sotto l’1), le misure di contenimento del contagio vengono allentate, consentendo una ripartenza almeno parziale delle attività. Un RT alto (sopra l’1), invece, comporta l’adozione di restrizioni maggiori, che vanno dalla zona rossa alla sospensione delle attività ritenute a maggior rischio per la diffusione del virus. Sospensioni e blocchi che, come abbiamo già avuto modo di vedere nell’anno da poco concluso, hanno ripercussioni evidenti sul mondo alberghiero.
La limitazione degli spostamenti, la chiusura dei voli, le limitazioni dell’orario delle attività di ristorazione, la cancellazione di eventi congressuali e legati al business compromettono inevitabilmente le occasioni di viaggio e, conseguentemente, portano a un taglio delle prenotazioni. Sia che l’indice RT, nei prossimi mesi, diminuisca o salga, un punto fermo da cui partire resta quello legato all’analisi dei dati sull’andamento del comparto alberghiero – anche in base a località geografica e strategia attuata nell’anno appena concluso – dell’anno precedente.
Studiando questi elementi, infatti, è possibile fare delle valutazioni e tracciare delle strategie su come affrontare ciascuno dei due scenari, quello più favorevole e quello meno favorevole, cercando di trarne il miglior bilancio possibile. Sfruttando l’esperienza già vissuta fino ad oggi e valutando i dati di settore, possiamo passare a fare una possibile previsione di cosa ci riserverà il resto dell’anno. Prendendo in esame separatamente le due possibilità, ovvero quella di una convivenza prolungata con il virus e quella di un miglioramento della situazione grazie alla campagna vaccinale.
Ipotesi ‘A’: il vaccino funziona e il virus è sotto controllo
Il settore turistico, oggi, come dimostrato dalle proiezioni dei dati dei primi periodi del 2021, è pronto a ripartire alla grande. Che ci sia una gran voglia di viaggiare è emerso con chiarezza nell’estate del 2020. Non appena la situazione sanitaria è migliorata e le misure anti-contagio si sono fatte meno restrittive, è esplosa la domanda di prenotazioni nelle località marinare, montane e lacustri. Non appena la situazione lo consentirà, quindi, è lecito immaginare che il turismo ripartirà con forza.
Già in questo primo periodo del 2021 la montagna (restrizioni permettendo) stava dando ottimi riscontri, e mare e lago non mancheranno sicuramente di ripetere i successi estivi.
Ma nel caso di uno scenario epidemiologico favorevole, ripartirebbero da subito anche le città, con in testa le città d’arte, pronte a tornare ad accogliere i turisti – soprattutto stranieri – già a partire da aprile e maggio nel caso di riapertura dei voli internazionali, primi tra tutti quelli dell’area europea. Il vero boom, in questo caso, si concentrerebbe proprio negli scenari cittadini, con una ripresa immediata delle prenotazioni già a partire dalla primavera. Soprattutto per gli hotel che hanno scelto di restare aperti e che hanno potuto, così, mantenere ottime le proprie performance in termini di visibilità e reputazione on line.
I dati dovrebbero essere migliori di quelli del periodo pre-covid, anche per via di una riduzione della concorrenza dovuta al numero di strutture che a causa della crisi sanitaria non hanno riaperto i battenti.
Questo perché intorno alle location cittadine, come dicevamo, non ruota solo il leisure, ma anche il business.Molti eventi sono stati rimandati e, non appena sarà possibile organizzarli, il giro d’affari intorno a questa tipologia di viaggio tornerà ad avere volumi importanti da subito. Quindi è verosimile pensare a una ripartenza già dalla seconda metà dell’anno.
Milano sta già cogliendo i primi segnali della ripresa dei segmenti Mice, business internazionale e gruppi, con una forte richiesta per il terzo trimestre dell’anno, che ha già avuto riverberi positivi sui prezzi di vendita.
Ma anche Roma, la costiera Amalfitana e Firenze iniziano ad avere i primi riscontri, stando ai dati provenienti sia da Expedia che da Booking dove gli americani risultano al primo posto per numero di prenotazioni sui mesi futuri.
Il riferimento, nello specifico, va alla seconda parte dell’anno, che vede la risalita dei valori anche se non ancora ai livelli abituali precedenti al Covid.
Tuttavia ciò autorizza a prevedere, grazie a vaccini e immunità di gregge, un ritorno significativo del flusso turistico proveniente del continente americano (Stati Uniti, Canada, America Latina).
Per l’Asia invece, dove il peso della pandemia è stato avvertito in maniera maggiore e sono stati attivati protocolli sanitari estremamente rigidi, è ipotizzabile che fino alla conclusione della vaccinazione di massa gli spostamenti saranno inferiori. Per tornare a livelli pre-Covid, quindi, si potrebbe dover aspettare il 2022.
Ipotesi ‘B’: il vaccino è inefficace perché non protegge completamente da una ricaduta o perché il virus muta
Nell’ottica di voler fare una previsione per il 2021, è sicuramente importante andare a valutare quale sarebbe lo scenario peggiore in assoluto, per capire cosa ci si dovrà attendere e come muoversi per rispondere adeguatamente. Ad oggi, purtroppo, molte incognite relative alla pandemia restano ancora senza risposta.
La campagna vaccinale è partita, ma non ci sono certezze sulle tempistiche per cui non si possono fare proiezioni sui tempi in cui riusciremo a raggiungere l’immunità di gregge. Si deve infatti considerare che per raggiungere questo traguardo occorre che almeno il 60 o 70% della popolazione sviluppi gli anticorpi. A ciò va aggiunto il fatto che non tutti sceglieranno di vaccinarsi ed è ancora presto per capire quale sarà la percentuale di persone che opteranno per questa strada.
Per di più bisogna aggiungere che già ora si sono avute almeno due mutazioni del virus, una inglese e l’altra africana, ed altre ne sono state trovate. Relativamente a quest’ultima, nello specifico, ancora resta da stabilire se possa invalidare in qualche modo l’efficacia del vaccino stesso. Nel caso di un mancato raggiungimento dell’immunità di gregge, purtroppo, il futuro a cui si va incontro è di un anno molto simile al precedente, durante il quale si andrà avanti con il distanziamento sociale, il ‘coprifuoco’, l’Italia divisa in zone gialle, arancioni e rosse, la limitazione degli spostamenti e dei voli. Misure di volta in volta più o meno severe a seconda dell’andamento della curva dei contagi, della situazione negli ospedali e dell’indice RT.
Ciò si tradurrà in periodi in cui si tornerà a viaggiare e periodi di relativo fermo. Gli albergatori, pertanto, si troveranno a dover seguire costantemente la variazione di questi parametri per poter predisporre, a seconda dell’occorrenza, il piano operativo, tariffario e commerciale più opportuno. La parola d’ordine, in questo caso, sarà ‘flessibilità’. Ovvero continuare ad essere operativi con un numero ridotto di personale in servizio abbassando i costi alle sole spese fisse indispensabili e rendendo tutti gli altri costi variabili e proporzionali all’occupazione o fatturato.
Puntando contemporaneamente a massimizzare i ricavi nelle fasi a basso contagio e limitare i danni in quelle ad alta diffusione del virus. L’estate, in questo quadro di riferimento, si candida ad essere – come è stato per il 2020 – non solo un’ancora di salvezza, ma un momento d’oro per i bilanci aziendali.
L’obiettivo di base a cui tendere, finché l’epidemia non sparirà, rimarrà quella di ‘portare a casa’ almeno il risultato del break even point – specialmente per gli hotel situati nelle città – e cercare di incrementare il più possibile il volume dei profitti.
In conclusione
Abbiamo visto com’è andato il 2020 e quali possibili previsioni potranno esserci per il 2021 in base a due diversi scenari. Tuttavia preme ricordare, come giù illustrato finora, che anche nel caso di un protrarsi della pandemia, i periodi di difficoltà possono essere fronteggiati mettendo in campo una strategia mirata, che permetta comunque di ottenere il miglior risultato possibile in base alle condizioni di partenza.
Il Revenue management mira proprio a questo. Gli hotel che hanno scelto questa strada, infatti, sono stati in grado di rispondere meglio alla pandemia. Se, invece, tutto andrà per il meglio e lo spettro del Covid sarà finalmente allontanato, il Revenue management sarà fondamentale per ottimizzare tutti gli aspetti gestionali e organizzativi della fase di ripartenza. Questo per poter trare i benefici maggiori dalla ripresa, che rischia di essere addirittura dirompente per le strutture che hanno consolidato la visibilità e la reputazione on line.
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Massimiliano Terzulli
Senior Revenue Manager & International Business Developer del Franco Grasso Revenue Team
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