L’influenza dei figli negli acquisti familiari e nelle vacanze

Una nuova ricerca analizza l’impatto dei figli su oltre 1.800 famiglie italiane, confrontandolo con i dati di Regno Unito e Germania. Dalla tecnologia alle vacanze, fino all’alimentazione, i figli orientano sempre più le decisioni di acquisto, con differenze significative tra i vari Paesi europei
L’influenza dei figli sulle decisioni di acquisto familiari è un fenomeno consolidato, ma le sue caratteristiche cambiano da Paese a Paese. È quanto emerge da un’indagine condotta da Eumetra, istituto di ricerca sociale e di mercato, che ha analizzato il comportamento di 1.843 famiglie italiane con bambini fino a 11 anni, integrando il quadro con dati provenienti da Regno Unito e Germania.
“Il nostro studio fotografa un’Italia in cui le famiglie sono sempre più orizzontali e partecipative – dichiara Matteo Lucchi, CEO di Eumetra – Il pester power non è più confinato al gioco o ai desideri momentanei. Riguarda categorie fondamentali, come l’alimentazione, la tecnologia, i viaggi. Anche su scelte ‘da adulti’ i figli oggi fanno sentire la loro voce. A differenza di altri contesti europei, in Italia l’influenza dei figli è emozionalmente radicata: conta il benessere, il tempo insieme, la cura dei dettagli che fanno sentire i bambini parte della famiglia. Altrove, come in Germania, prevale una logica più funzionale e quotidiana, che affida responsabilità concrete anche ai più piccoli.”
Italia: un’influenza estesa a più ambiti
In Italia i figli condizionano in modo trasversale quasi tutte le categorie merceologiche. I genitori dichiarano una forte influenza nelle decisioni relative a giochi (76%), attività ricreative (72%), calzature (65%), abbigliamento (65%). Seguono alimentazione (49%), vacanze (39%), tecnologia (38%), igiene e cura (30%) e arredamento (30%). Il coinvolgimento va quindi oltre le spese legate allo svago e si estende a settori chiave della vita quotidiana.
Germania e Regno Unito: approcci differenti
In Germania, il peso dei figli si concentra su categorie legate alla gestione della vita domestica. Significativo il dato sull’alimentazione (63%), superiore a quello italiano, così come la tecnologia (45%) e le vacanze (49%). Questo quadro suggerisce un modello educativo che responsabilizza precocemente i bambini, orientandoli verso scelte pragmatiche.
Nel Regno Unito, invece, l’influenza rimane forte nei giochi (75%) e nelle attività ricreative (68%), ma appare meno rilevante nelle altre aree, con un coinvolgimento più episodico e legato a momenti di svago.
Implicazioni per aziende e brand
Per chi si rivolge al target familiare, la ricerca rappresenta un segnale chiaro. I figli non sono più solo destinatari, ma interlocutori attivi e informati. In Italia, in particolare, valorizzarne il ruolo nei messaggi può rivelarsi una leva di marketing efficace. Le strategie vincenti passano da linguaggi visivi, influencer, canali digitali e storytelling emozionale, sempre nel rispetto del ruolo educativo dei genitori e dell’autenticità della comunicazione.
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