Omnia Hotels, un gruppo alberghiero su misura per il segmento “bleisure”
Otto strutture nella Capitale, accomunate da un’accoglienza basata su autenticità e genuinità. La nostra intervista con Daniela Baldelli, Responsabile Marketing e Vendite
Omnia Hotels, un gruppo alberghiero che raccoglie una importante eredità nel settore ma che ha solo sei anni di vita ed è già diventato una delle più solide realtà dell’hotellerie della Capitale. Otto alberghi distribuiti nel territorio metropolitano, accomunati dalla volontà di recuperare e valorizzare l’esistente in un’ottica di sostenibilità e di legame con la città. Ne abbiamo parlato con Daniela Baldelli, Responsabile Marketing e Vendite del Gruppo.
Dott.ssa Baldelli, ci parli di Omnia Hotels: quando nasce e in cosa consiste?
Omnia Hotels nasce con questo nome nel 2019. È l’evoluzione di un altro gruppo alberghiero che si chiamava Gruppo Loan, e i padri fondatori sono due fratelli che hanno iniziato più di quarant’anni fa. A metà del 2019 decidono di intraprendere un percorso di passaggio generazionale da cui nascono due gruppi: Omnia Hotels, appunto, e 4L Collection. Il Gruppo Omnia Hotels al momento ha otto strutture e la proprietà è della famiglia Lazzarini. Una famiglia che proviene dalle Marche, dove possiede aziende completamente diverse che si occupano di energie rinnovabili, nonché allevamenti e aziende agricole. Come si può constatare, hanno diversificato le loro attività con l’acquisizione e la gestione di queste strutture alberghiere nella Capitale.
Parliamo di queste strutture: otto hotel, come si posizionano?
I nostri hotel sono tutti Quattro Stelle e la particolarità è che si distribuiscono su tutto il territorio della Capitale. Da Roma Nord a Roma Sud, con quattro strutture nel cuore della città. L’albergo dove ci troviamo in questo momento per fare questa intervista è il Rose Garden Palace e si trova in via Boncompagni, proprio di fronte all’Ambasciata Americana, a due passi da Via Veneto. L’Hotel Imperiale, che si affaccia proprio su Via Veneto, si trova in un Palazzo dell’800 che abbiamo completamente ristrutturato e abbiamo riaperto lo scorso mese di maggio. Poi abbiamo il St. Martin, a via San Martino della Battaglia, di fronte alla Biblioteca Nazionale del Castro Pretorio, non lontano dalla Stazione Termini. Questo è un albergo che abbiamo aperto a giugno 2021, quindi in piena pandemia. Anche questa struttura nasce dalla rigenerazione di un qualcosa che esisteva. Erano gli uffici di un’importante multinazionale, inutilizzati da diversi anni. Li abbiamo rilevati, abbiamo cambiato la destinazione d’uso, e abbiamo realizzato una completa ristrutturazione dello stabile. L’edifico è diventato così un albergo con 134 camere, un Centro Congressi di 300 metri quadri. Già da questo si capisce come la famiglia abbia un focus particolare nel riportare a nuova vita un qualcosa di esistente ma di inutilizzato. Questo è un messaggio che si lega anche al valore della sostenibilità e del legame con la città.
A questo punto le chiedo qual è la filosofia di fondo del Gruppo Omnia?
La filosofia del Gruppo è certamente quella di restare ancorati alle tradizioni e l’attenzione ai particolari. La famiglia segue in prima persona tutte le attività. A partire dai lavori di ristrutturazione. Non vengono semplicemente affidati ad una società di ristrutturazione e poi alla fine si vanno a vedere i risultati. Riccardo e Francesco Lazzarini, i due fratelli che hanno la gestione del Gruppo, la mattina alle 7 sono nei cantieri a controllare i lavori. Quindi direi che la filosofia è quella di metterci la faccia, seguire in prima persona le attività e portare avanti un discorso di autenticità. Quello che vogliamo è che chi lavora con noi non sia collegato esclusivamente agli standard dell’accoglienza: comportarsi in un determinato modo, seguire determinati canoni, perché lo dice uno standard. Noi dobbiamo agire, muoverci e promuovere la nostra accoglienza in maniera genuina e autentica, che è ciò che fa la differenza. Di alberghi belli, di strutture belle ce ne sono tante, soprattutto oggi a Roma con tantissimi Cinque Stelle super blasonati che stanno aprendo. Noi abbiamo tutti alberghi Quattro Stelle, però vogliamo che chi lavora con noi, chi ha i rapporti con il cliente, lo faccia in maniera genuina e autentica e questa dovrebbe essere la filosofia della famosa arte dell’accoglienza italiana. Non qualcosa che si è studiato e si è imparato sui libri perché ci hanno detto che va fatto così. Noi vogliamo che gli ospiti delle nostre strutture si sentano veramente accolti in maniera sincera e genuina.
A quale tipo di clientela vi proponete?
In termini di nazionalità, il mercato italiano è il più importante. Avendo tante strutture anche nel cuore della città, chiaramente è molto importante anche il mercato americano, così come il Nord Europa. Poi c’è il mercato indiano e quello cinese che quest’anno sta tornando a crescere. I cinesi tornano mentre gli indiani arrivano, nel senso che quest’ultimo è uno di quei mercati che ha ancora tante potenzialità da sviluppare. Invece come tipologia noi ci rivolgiamo sia ai clienti individuali che alle aziende piuttosto che alle associazioni, avendo dei prodotti così diversi uno dall’altro. Inoltre, abbiamo un forte legame con la città anche in occasione di grandi eventi legati allo sport o alla musica, tanto per fare due esempi. I nostri hotel si prestano benissimo ad accogliere questo tipo di clientela per dimensioni e ubicazione. Finora abbiamo parlato degli alberghi che sono in Centro. Però se noi andiamo all’Eur troviamo lo Shangri-La, che è stato comprato nel 2017, è rimasto chiuso fino a dicembre 2018 ed è stata completata la prima fase della ristrutturazione che si è conclusa con la realizzazione di 212 camere e tutte le aree comuni: la hall, il Ristorante e tutto quello che accoglie il cliente. A settembre 2023 abbiamo aperto il Centro Congressi, con più di 2000 metri quadri, che consiste in una sala plenaria da 500 persone e spazi ristorativi. La terza fase della ristrutturazione vedrà altre 60 camere e 5 suite, più un ristorante e un bar sulla piscina, e una piscina esterna e questo completerà il progetto Shangri-La. Ipotesi di completamento, il primo quarto del 2026. Come per il St. Martin, abbiamo voluto riportare a nuova vita un qualcosa di esistente nel tessuto urbano. Lo Shangri-La è un albergo storico. Aperto nel 1969, negli ultimi anni aveva perso l’allure famosa del suo ristorante e così via. Attraverso questo processo, queste tre fasi di ristrutturazione, l’obiettivo è stato quello di restituire all’Eur, collegato con tutto lo sviluppo che ha l’Eur in questo momento grazie anche al Centro Congressi “La Nuvola” e a tutte le attività di Eur Spa, una nuova struttura all’altezza della situazione, con 280 camere, un centro congressi di 2000 metri quadri e ancora, anche in questo caso, dare nuova visibilità, nuova luce a un qualcosa che esisteva già. Il centro congressi, il salone, la sala plenaria sono stati ricavati da una piscina interna che non era mai stata completata dalla vecchia proprietà. Infatti, ci sono delle arcate, adesso tutte ricoperte da boiserie molto belle, che sono quelle originali della piscina mai completata.
Quindi avete un’offerta diciamo a 360 gradi: sia famiglie che affari.
Sì, abbiamo un’offerta che va dal mondo “leisure” al mondo “business”. Se vogliamo utilizzare un termine che è molto in auge in quest’ultimo periodo siamo perfetti anche per il “bleisure”. Quindi il famoso businessman o businesswoman che viene a Roma per lavoro e si fa raggiungere dalla famiglia, estende il suo soggiorno e rimane in città per godersela.
Dal punto di vista della ristorazione, qual è l’offerta delle vostre strutture?
Ogni struttura ha delle caratteristiche diverse anche in termini di location. Qui al Rose Garden, ad esempio, abbiamo il giardino esterno che in questa zona di Roma non è così frequente. All’Aria Palace, del quale ancora non abbiamo parlato, avremo un roof su due piani. All’Imperiale, oltre al ristorante al piano terra che è già in funzione, avremo un roof e allo Shangri-La avremo un’area che ancora deve essere sviluppata completamente. Abbiamo una offerta che definirei tradizionale. Non abbiamo chef stellati, ma sono spazi aperti non solo alla clientela degli hotel ma anche a clienti esterni. Il St. Martin, per esempio, che si trova in via San Martino della Battaglia, una zona piena di uffici che spesso organizzano feste e brindisi anche di compleanno all’interno della struttura senza avere nessun tipo di connessione con chi dorme in albergo. Sono dei mondi che camminano in maniera parallela.
Fra le otto strutture c’è anche l’Aria Palace, che però non ha ancora aperto e di cui non abbiamo ancora parlato. Ci vuole dare qualche anticipazione?
Volentieri. Questa struttura si trova di fianco al Teatro dell’Opera. Si tratta di un albergo che esisteva già, si chiamava Mondial. È stato acquisito a fine 2023 ed è stato completamente ristrutturato. Cambierà nome. Si chiamerà Aria Palace, e avrà oltre al nome anche al suo interno dei richiami al mondo della musica. Avrà 91 camere e tre sale riunioni. Ci sarà, come abbiamo detto, il roof con ristorante e piscina. Avremo anche un ristorante interno e ci sarà un garage con 40 posti auto, che è un fattore molto importante per un albergo in quella posizione. L’apertura è prevista per la prima metà del prossimo anno.
Anche questo sarà un Quattro Stelle?
Sì, anche questo. Ma chiariamo questa faccenda delle quattro stelle. Alcune delle nostre strutture potrebbero aspirare o già essere Cinque Stelle ma qui c’è una filosofia di marketing e commerciale. Ogni struttura deve servire a promuovere le altre. In quest’albergo, il Rose Garden, per esempio, abbiamo cinque sale riunioni. Sappiamo che il mondo del Pharma, ad esempio, ha delle regole abbastanza rigide. Non possono assolutamente utilizzare alberghi 5 Stelle per i loro congressi ed eventi. È un settore che ha una potenzialità incredibile a livello congressuale; quindi, restare fuori da quel tipo di segmento sarebbe molto negativo per noi. Perciò l’idea di poter fare in un albergo come il Rose Garden il board meeting per un’azienda farmaceutica, ci consente di farci conoscere e di promuovere magari lo Shangri-La dove abbiamo degli spazi molto più grandi.
Ci sono progetti futuri in cantiere?
Certo, ci sono sempre. Sicuramente c’è un grande interesse per altre città, come Milano e probabilmente anche Venezia, ma non intendiamo fermarci nemmeno su Roma. Ci saranno novità, ma per parlarne aspettiamo almeno il 2026. Perché io dico sempre: completiamo quello che c’è e poi andiamo avanti.
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