A Sondrio il Grand Hotel della Posta del Gruppo Saint Jane Hotels guarda al futuro

A Sondrio il Grand Hotel della Posta del Gruppo Saint Jane Hotels guarda al futuro

Soggiornare al Grand Hotel della Posta non è solo vivere in un ambiente rilassante in cui il cliente non è un numero, ma il centro delle attenzioni di un personale premuroso e sinceramente gentile

Percorrendo i corridoi ricchi di opere d’arte autentiche o alloggiando in una delle belle e funzionali camere (alcune con affreschi) ho, infatti, sempre provato la sensazione di vivere fuori dal tempo, o almeno da ‘questo tempo’ dalle atmosfere pressocché identiche ovunque.

Un’esperienza tra storia, gastronomia, arte e grandi vini 

Grand Hotel della PostaL’hotel viene costruito tra il 1855 e il 1862 per volontà di Francesco Foianini sul lato meridionale dell’allora piazza della Riconoscenza (odierna piazza Garibaldi). Nei decenni, la struttura è stata oggetto di numerosi interventi per adeguarla agli standard richiesti a un albergo quattro stelle e alle mutevoli e crescenti esigenze di una clientela sempre più esigente e preparata: l’ultimo radicale intervento di restauro e riqualificazione è avvenuto nel 2006-2008 predisposto dal Credito Valtellinese proprietario dell’hotel dal 1947 in seguito alla sua cessione da parte di Enrico Vitali (anche presidente della Banca dal 1908 al 1948) la cui famiglia aveva ereditato l’albergo nel 1896 dai Foianini. Un intervento che nel rispetto della struttura storica (progettata sembra dall’ingegnere Giacinto Carbonera) ha innestato le più moderne tecnologie e quei servizi che un ‘quattro stelle’ deve offrire alla clientela, in primis un’area SPA e fitness, secondo disponibilità aperta anche a non ospiti dell’hotel.

Le antiche cantine sono divenute un centro vitale con la sala breakfast e quelle per conferenze e meeting e un’affascinante ‘stüa valtellinese’ (ambiente della tradizione alpina totalmente rivestito in legno e generalmente riscaldato da una stufa alimentata dall’esterno) del XVIII secolo in cirmolo (cioè di Pino Cembro), legno di alta quota dal profumo balsamico benefico per la respirazione e il benessere psicofisico.

38 tra camere e suite: tutte ampie e più che confortevoli offrono un piacevole contrasto tra le più moderne tecnologie e gli antichi arredi valtellinesi completati da altri del settecento e dell’ottocento bresciano-veneto.

Due motivi

Esistono però altri due motivi che meritano e rendono unico il soggiorno al Grand Hotel della Posta: il Ristorante 1862 e l’arte. Il ristorante (aperto anche all’esterno) si avvale dell’ottimo chef Matteo Zen la cui creatività propone – attualizzandola senza rinunciare alla tradizione – la cucina valtellinese (nella mia gola è tuttora viva la gioia fornita dai ‘Pizzoccheri’) accanto a piatti moderni come i ‘Ravioli di gambero, lardo, broccoli verdi e profumi di agrumi’: indimenticabili. Altre creazioni trasformatesi in golosi ricordi: il ‘Filetto di vitello con radicchio tardivo e rosso di Valtellina’, il ‘Petto di faraona, paté, prugne e tartufo nero’ e tra i dessert il ‘Lingotto al grano saraceno, cioccolato e lamponi’ e la famosa ‘Mela’ da non descrivere per non anticipare la strepitosa e armoniosa esplosione di sapori che rende indimenticabili piatto e pasto.

La carta dei vini ospita accanto a una giusta e rilevante presenza delle migliori etichette valtellinesi un’accurata selezione (in cui il rapporto alta qualità/prezzo prevale sulle mode) di etichette nazionali e internazionali con particolare attenzione verso prodotti di nicchia e grandi riserve.

La seconda particolarità è che si ha l’impressione di soggiornare in una Galleria d’arte: ogni parete o angolo (compreso il bel giardino) ospita infatti un quadro o una scultura. Tutte opere di notevole valore non solo artistico essendo parte delle collezioni del Credito Valtellinese che come tutte le Banche è depositaria di importanti collezioni acquisite negli anni. Sono ospitate opere dal XVI secolo a oggi: dipinti e pezzi di ebanisteria delle collezioni Sertoli Da Ponte, bronzi postumi di Arturo Martini (cui è dedicato un angolo del bel giardino), vedute alpine di Paolo Punzo e una piccola ma preziosa collezione di arte contemporanea con autori interessanti come Takis e Filippo Avalle.

Il futuro

La gestione del Grand Hotel della Posta è del Gruppo Saint Jane Hotels & Suites un esempio delle capacità imprenditoriali italiane. L’avventura della famiglia Sangiani inizia nel 1950 con l’Albergo Cristallo di Aprica e attualmente comprende venti hotel distribuiti nelle principali destinazioni italiane con un’offerta che va dal turismo leisure al luxury e ora anche al city hotel. Per il turismo di montagna il gruppo è primo in Lombardia e terzo in Italia: prossimo obbiettivo le Alpi Svizzere.

Il turismo moderno peraltro può vivere solo se opera a livello internazionale per cui occorrono alleanze forti per conquistare i flussi turistici che aumentano parallelamente alla concorrenza. La Saint Jane Hotels ha quindi scelto di entrare con alcune sue realtà di particolare prestigio nel BWH Hotels che è presente in cento Paesi con oltre quattromila hotel suddivisi secondo le caratteristiche e i diversi posizionamenti sul mercato turistico in diciotto brand. In Europa opera la BWH Hotels Italy & South-East Europe che vanta una presenza capillare nel nostro Paese con centosettanta hotel in cento località. In questo network il Grand Hotel della Posta è entrato a far parte del più prestigioso dei brand il WorldHotels Distintive (il brand dedicato alle strutture indipendenti di alta gamma) in cui si è ammessi per l’elevata qualità del servizio e la capacità di offrire esperienze uniche.

L’affiliazione a questo network potenzierà la dimensione internazionale del Grand Hotel della Posta il quale potrà rappresentare un tassello importante nello sviluppo in Sondrio di una vocazione turistica che compensi il declino di quella finanziaria sempre più concentrata nelle grandi città europee e rafforzare il suo legame con il territorio promozionando con la cultura dell’accoglienza gastronomia, grandi vini, cultura millenaria e paesaggi straordinari in cui la naturale bellezza è stata potenziata dall’attività dell’uomo.

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