Da Vinitaly un messaggio positivo: puntare su qualità e nuovi mercati

Da Vinitaly un messaggio positivo: puntare su qualità e nuovi mercati

Tra dazi, calo dei consumi e mancanza di visione comune il vino italiano deve trovare la forza di reagire, vi sono tante opportunità ancora da cogliere. Qui vi presentiamo 4 qualificate aziende che, sui vini bianchi, hanno sempre puntato su identità ed eccellenza. Tali vini, con le loro qualità, contribuiranno ad allargare il bacino di consumatori, tra i giovani e non solo

L’anima autentica del Friuli nei vini di Annalisa Zorzettig

L‘azienda Zorzettig, guidata dalla Signora Annalisa, ha le sue radici sui Colli Orientali friulani di Spessa di Cividale, al confine con la Slovenia. Sin dai suoi inizi, nel 1874, la famiglia ha lavorato con grande rispetto dell’ambiente e per la valorizzazione dei vitigni autoctoni, rafforzando il legame tra i suoi vini e il territorio che si esprime in purezza ed eleganza.

I vini Zorzettig hanno un’impronta e una forte personalità. Nel bicchiere raccontano freschezza e mineralità, evitano gli eccessi con un perfetto equilibrio. Da Annalisa Zorzettig si coltiva la biodiversità: dal 2016 l’azienda ha aderito al protocollo biologico abbandonando gli insetticidi di sintesi.

A Vinitaly è stato presentato il Picolit Myò Docg 2007: un vino da meditazione, nato da un fenomeno naturale chiamato acinellatura, che riduce la quantità di acini per grappolo offrendo una straordinaria concentrazione di aromi. Da ricordare anche l’avvolgente Myò Friulano Doc Friuli Colli Orientali 2023 e la vera Ribolla Gialla autoctona.

 

Col Vetoraz utilizza la denominazione Valdobbiadene DOCG

Le colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano, da più di 800 anni, ospitano la coltivazione della viticoltura. La storia di un vino è legata non solo alla terra che lo produce, ma anche alle persone che con esso sono cresciute. Terra, clima, vino, costumi, tradizioni: questo è il significato di “terroir”. Una storia che improvvisamente ha subito uno scossone. Per una scelta di politica economica, Prosecco non è più la vite di queste colline, ma è diventata una denominazione estesa su 9 province tra Veneto e Friuli. Tutto ciò ha generato una situazione caotica, dove la semplice distinzione tra “Prosecco” (vino prodotto nei territori creati nel 2009) e “Prosecco Superiore” (vino prodotto nelle colline storiche) non basta per trasmettere una identità. Oggi la dicitura Prosecco è diventata generalizzante, con il rischio reale di banalizzare la vocazione delle colline di Valdobbiadene e Conegliano. Per questo, Col Vetoraz ha iniziato una comunicazione diversa, dove l’identità territoriale è fortemente presente e non confondibile. Dalla vendemmia 2017, ha deciso di togliere la parola Prosecco da tutte le etichette, utilizzando per la sua gamma proposta a Vinitaly solo la denominazione “Valdobbiadene Docg”, essendo questa l’unica e vera identità riconoscibile.

La gamma Prosecco Premium Vintage Collection di Bottega

Sandro Bottega propone in contemporanea la degustazione di 4 diverse annate del famoso spumante delle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. La “Prosecco Premium Vintage Collection” viene distribuita in tiratura limitata (50.000 bottiglie), solo nelle migliori enoteche e nei ristoranti più prestigiosi del mondo. E’ una raccolta di bottiglie con peculiarità uniche che elevano la qualità di questo vino spumante che nasce con una rigorosa selezione dei vigneti, coltivati all’insegna della sostenibilità e vendemmiati solo manualmente. La cantina trevigiana ha elaborato un’analisi comparativa: è risultato che i costi di produzione del Prosecco, nelle zone ad elevata vocazione di Valdobbiadene e Conegliano, con colline dalle pendenze estreme, sono di ben tre volte più alti rispetto a quelli dei Metodo Classico e degli Champagne, per lo più caratterizzati da un’orografia ondulata.

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