Gli Italiani cercano pause pranzo slow e in convivialità

Gli Italiani cercano pause pranzo slow e in convivialità

Uno studio realizzato da Censis e Camst in occasione degli 80 anni dell’azienda di ristorazione fotografa un Paese in cerca di più tempo di qualità, da trascorrere mangiando bene e in compagnia

Il 76,7% degli italiani vorrebbe avere più tempo per dedicarsi alle sue attività preferite, su tutte quelle legate al cibo: cucinare, mangiare con calma, condividere un pasto. È questo uno dei dati significativi emersi dal nuovo rapporto “Il tempo e il cibo. La food obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo” realizzato da Censis per Camst Group, in occasione del suo 80° anniversario di attività.

Lo studio esplora anche  il legame tra accelerazione digitale, qualità della vita e pratiche alimentari: “Gli italiani risentono dell’accelerazione dei ritmi di vita imposti dal digitale, lo smartphone esercita un’attrazione fatale, colmando ogni istante libero”, dichiara Massimiliano Valerii, consigliere delegato Censis. “Ecco perché è alto il valore che attribuiscono ai momenti di relax, quelli in cui prevale una certa lentezza, in particolare quelli della convivialità a tavola o delle pause di lavoro”.

“Per celebrare i nostri primi 80 anni abbiamo voluto approfondire il rapporto tra gli italiani e il tempo dedicato al cibo” spiega Francesco Malaguti, presidente Camst group. “In particolare, nei contesti di lavoro, emerge chiaramente che una pausa di qualità è importante per il benessere delle persone, con ricadute rilevanti anche sulla produttività delle organizzazioni”.

Il rapporto

In un’epoca dominata dalla fretta e dal multitasking, gli italiani sentono di vivere in una condizione di “carestia di tempo”: il 62,2% dichiara di non riuscire a completare le attività quotidiane, mentre l’83,7% prova ansia per questo motivo. La tecnologia, pur moltiplicando le possibilità, ha intasato le giornate, erodendo spazi personali e momenti di benessere.

Ritrovare tempo per sé
Il 70,2% degli italiani desidera rallentare il ritmo delle proprie attività. Il cibo si conferma un punto di riferimento fondamentale: il 95,3% degli italiani considera importante il tempo trascorso a tavola in compagnia, l’87,9% vorrebbe poterne avere di più. Inoltre, il 69,3% desidera più tempo per cucinare e il 69,2% per fare la spesa in modo più consapevole.La convivialità rappresenta un momento di pausa rigenerante, un’esperienza di relazione e identità. Tuttavia, nella quotidianità il tempo medio dedicato ai pasti nei giorni feriali è di appena 60 minuti complessivi (28 per il pranzo, 32 per la cena). Nel weekend si arriva a 75 minuti, ma la distanza tra desiderio e realtà resta ampia. Anche il tempo medio dedicato a cucinare è contenuto: 32 minuti nei feriali, 39 nei festivi.

A fronte di una crescente attenzione mediatica per il cibo – 14 milioni di italiani seguono programmi culinari e l’84,2% cerca contenuti sul tema online – nella vita reale il tempo a esso dedicato è spesso sacrificato. Un paradosso che alimenta frustrazione e nostalgia: il 65,7% degli italiani è convinto che un tempo si riuscisse a stare più a lungo a tavola, soprattutto in famiglia.

Pausa pranzo, una questione di benessere
Tra gli occupati, il 97% effettua una pausa pranzo, ma solo il 3,3% riesce a dedicargli più di un’ora. La media è di 24 minuti. Eppure, l’86,7% la considera un momento importante per il proprio benessere e l’87,7% ritiene che una pausa pranzo di qualità migliori anche la produttività. Non a caso, l’85% dei lavoratori ritiene fondamentale la presenza in azienda di spazi accoglienti e ben organizzati per il pranzo, capaci di offrire cibo sano, ambienti gradevoli e orari flessibili. Una vera e propria “caffetteria del benessere”, che diventa anche uno strumento di attrattività e fidelizzazione per le imprese.

Una nuova idea di tempo e qualità della vita
La ricerca Censis per Camst group disegna il profilo di una società che cerca di liberarsi dalla logica della performance e della velocità. Gli italiani vogliono vivere meglio, e per farlo chiedono più tempo da dedicare a sé stessi. Il cibo, in questo scenario, non è solo nutrizione: è cultura, identità, relazione. Ed è proprio nella lentezza della cucina, nella cura di un pranzo condiviso o in una pausa pranzo ben vissuta che si gioca una nuova idea di benessere.

 

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