Il report del mercato vinicolo natalizio: i dati sulle Bollicine italiane

Il report del mercato vinicolo natalizio: i dati sulle Bollicine italiane

Dopo il report sui Panettori e Torroni eccoci al tradizionale e ormai “storico” nostro report sintetico sulle analisi, ricerche, indagini e sondaggi preventivi “di stima” dei mercati e consumi per le bollicine (e vini) tricolori sui mercati nazionale e mondiale

Quest’anno meno numeri e valori e più considerazioni di riflessione e analisi perchè è il mercato e lo stato economico generale che lo impongono. Come OVSE vogliamo dare il nostro misero contributo visto anche i quasi 35 anni di elaborazione, statistica, valutazione dei consumi e consumatori. Non entriamo nel merito dei calcoli e parametri statistici e percentuali. Buona lettura

Giampietro Comolli, Presidente Ovse (Osservatorio Economico Vini e Spumanti), Ceo CevesUni, Piacenza.

Ovse-CevesUni dal 1991 è impegnato in ricerca analisi indagini sui mercati e sui consumi per stabilire l’andamento e le scelte dei consumatori prima e durante le SS.Feste 2025-2026. Una azione supportata da più di 30 anni di dati e tabelle grazie a 1150 referenti (in calo purtroppo)  nazionali e sparsi in 63 paesi del mondo che raccolgono elementi e dati che sono trasmessi al centro elaborazione  Ceves-Uni (Centro Studi Univeritari Analisi Ricerca Mercati Consumi Alimentari) di Piacenza.

L’analisi riguarda solo i prodotti (cibo-vino-spumanti) italiani consumati in previsione e stimati per le prossime feste. La prima segnalazione 2025 riguarda il ritardo delle scelte da parte degli acquirenti finali. Gli stessi importatori ed esportatori, grossisti e distributori, pur avendo anticipato di qualche giorno la proposta e allestimento degli scaffali e le offerte online, sono rimasti spiazzati per il non-avvio immediato di ordini, acquisti. occorre risalire alla SS.Feste del 2001-2002, oppure del 2008-2009 e del 2012-2013 per avere la stessa situazione generale e particolarmente in Italia. Inoltre questo ritardo, ieri come oggi, è associato ad un aumento di prezzi sugli scaffali non in linea con le previsioni e aspettative del consumatore. Sicuramente l’inflazione è in forte calo, le tredicesime poco o tanto in aumento sono arrivate per milioni di consumatori, la situazione macroeconomica è molto favorevole al sistema Italia (fatta eccezione per alcuni casi industriali di vecchia data mai risolti), la stabilità politica consente alcune certezze di prospettiva… eppure i consumi sono ridotti, concentrati sui beni primari di assoluta principale necessità con una divagazione solo per spese occasionali di viaggio e vacanze.

Si può dire che le SS.Feste 2025-2026 in Italia sono caratterizzate più da una richiesta turistica che alimentare fuori dall’ordinario o per l’effimero. Ovvio che l’aumento dei costi di produzione e dei fattori di mercato, le diverse priorità incidono enormemente. Sicuramente l’aumento generalizzato dei prezzi sullo scaffale ha frenato i pre-ordini e i pre-acquisti spostando gran parte degli “atti” negli ultimi giorni. L’incertezza del domani causa i conflitti troppo vicini inoltre non aiutano. Ma senza scandalo e terrorismo, nel senso che i prodotti di primo prezzo e i premium (in tutti i settori alimentari, gastronomici ma anche elettronici e vestiario) mantengono lo standard degli ultimi anni, anche se sono privilegiati quelli indispensabili sia come regalo che come uso individuale. In questa condizione generale vanno meglio gli acquisti e consumi in horeca (anche se i giovani continuano a non bere vino) e fuori casa, rispetto che quelli domestici: in 5 anni il consumo domestico sotto i 65 anni si è dimezzato.

Il consumo nazionale di vino & spumanti è sceso sotto i 29,5 litri procapite/anno.  Non c’è un crollo, ma una ricomposizione del paniere e del carrello, compreso vini, spumanti, alimenti. In Italia, per esempio, sono sicuramente non diminuiti i pranzi e le cene previste fuori casa e soprattutto in zone turistiche dell’inverno alle porte, mentre gli scaffali per le prime festività di dicembre non sono stati svuotati come previsto. Sembra quasi che vi sia una diffusa e generale scelta di “consumare meno” di tutto e a tutti i costi. Ovvio se guardiamo alle medie dei prezzi sullo scaffale di alcuni prodotti “simbolo” delle SS.Feste: rispetto al 2023-2024-2025 i torroni sono aumentati di prezzo fra il 10 e il 18%, a parte le eccezioni come Prosecco o altri vini di prima fascia, l’incremento di una bottiglia di bollicine è oggi del 8-12%; per i panettoni la crescita è ancora maggiore se si abbina alla riduzione di peso (difficile trovare panettoni di 1000 grammi) e sfiora il 18-24% di media sempre. Per tutti l’incremento è spesso giustificato da un eccesso di variabilità di tipologie, ingredienti e confezionamenti in linea con nuove tendenze salutistiche, sostenibili, resilienti come viene scritto sulle confezioni. Anche questo fine anno conferma il non-consumo di vino da parte della generazione Z: ma dai dati raccolti da CevesUni anche le bollicine no-alcol non hanno fatto passi da gigante colmando il gap contro il consumo di alcol. Forse il vino-vero resta tale se con alcol, ma in misura ridotta. occorre quindi una politica di prospettiva totalmente diversa. 

In sintesi i dati economici di questo dicembre 2025-gennaio 2026

I volumi nazionali (quantità di bottiglie stappate e consumate)  sono fermi di due anni, si registrano oscillazioni interne allo stesso settore e comparto e fra diverse famiglie, fra nord e sud. I valori invece sono in crescita, ma i fatturati crescono molto meno. Il margine maggiore di guadagno risiede nelle grandi aziende o insegne di distribuzione che sanno acquistare molto bene.  Anche online i prezzi sono aumentati, meno, ma i fatturati non salgono. Scaffali sempre più ricchi di etichette e tipologie, anche straniere a prezzi decisamente competitivi: a 5-7 euro si acquistano vini fermi francesi ottimi.

La gamma Prosecco ha perso qualche marchio, il Valdobbiadene invece ha visto crescere etichette molto di qualità ma con prezzi fra 7-10 euro la bottiglia, molto competitivi con le bollicine del “metodo tradizionale” come Franciacorta e Trento che non perdono colpi (soprattutto nel fuori casa) ma con prezzi non in crescita. Bene alta Langa, mentre battuta d’arresto per le etichette provinciali e regionali che restano a consumo km Zero. In crescita le bollicine italiane premium, in calo i Champagne medio-bassi.  Anche i “pacchi dono” hanno ridotto il prezzo medio riducendo il numero di ingredienti. In questo mese i vini fermi bianchi e rossi segnano il passo, i rossi più dei bianchi.

Fra i bianchi bene il Lugana, Grillo, Soave, Verdicchio, Vermentino, Vernaccia Toscana, tutti a Denominazione d’Origine. Nei fatidici 35 giorni di fine anno in Italia,  non supereremo i 90-92 milioni di bottiglie di bollicine stappate con un controvalore al consumo di circa 1 mld/euro (+7%). Quasi il 74% delle bottiglie concentrate a Capodanno. All’estero Ovse-Ceves registra una variabilità fra paese e paese molto accentuata partendo da una incognita in Usa (primo mercato estero per i vini italiani) dove le importazioni sono arrivate, i prezzi sono in crescita del 12% (concordato fra produttore e importatore), ma difficile capire come e cosa acquisteranno gli Americani. Meglio in altri paesi anche se il Prosecco Doc segna un anno di riflessione e riposizionamento: bene in sud America e in Asia ma i numeri erano molto piccoli. Sono 163 i paesi esteri destinatari di bollicine italiane: circa 240 milioni di tappi voleranno per l’ultimo dell’anno targati tricolore per 2,8 miliardi di dollari di valore al consumo.

Le Bollicine italiane

Ovse da anni gestisce un panel di degustatori e selezionatori di etichette di vini  spumanti per esportatori, distributori, catene alberghiere, catene di distribuzione, gruppi di acquisto nazionali e stranieri che rispondano a richieste di qualità per diversi mercati e canali di consumo. In questo ambito annualmente sono assaggiate circa 3.000 etichette, sempre su committenza, per rispondere a esigenze di consumatori e canali differenti. Una esperienza che serve per unire consumatore finale e produttore segnalando le ultime novità e le migliori etichette.  Il fine anno 2025 si presenta molto anomalo. Meno prenotazioni e meno ordini nazionali, ma con forte riduzione delle etichette straniere, anche se negli scaffali nazionali ci sono offerte Doc (Aoc in Francia) e non Doc interessanti: certe etichette di Limouge o Cremant o Blanquette, molto interessanti, sono a prezzi competitivi: intorno a 10-15 euro la bottiglia.

Fra le etichette italiane, a parte il Prosecco e il Valdobbiadene Docg che sono stabili e ci sono conferme per alcune aziende al top, mantengono lo standard e il valore Franciacorta, TrentoDoc e Alta Langa. Frenata per le bollicine di territori diversi regionali, buona ripresa dell’Asti spumante sui mercati esteri come per il Franciacorta. Come già anticipato nei fine anno 2023 e 2024 il settore “effervescente” richiede alcuni cambi per guardare al futuro con più ottimismo. Venti di crisi, dazi Usa (già primo mercato al mondo per le bollicine tricolori con il 30% di share pari a circa 1 miliardo di dollari)  e di riduzione della capacità di spesa da parte del consumatore, portano a cercare sugli scaffali e in enoteca il migliore rapporto fra denominazione/marca/prezzo.

Risparmio, Riduzione, Resilienza possono essere le 3R del 2025 che emergono dall’analisi e commento dei dati raccolti. Lo scenario 2025 è più orientato verso un modello salutistico, riduzione dei consumi medio basso valore, stabilità per il top di gamma.  Ovse-CevesUni ha registrato, verso fine anno, un aumento improvviso dei prezzi sullo scaffale che sicuramente non rispondono al calo dei consumi. In horeca si conferma stabilità dei volumi e aumento del fatturato sotto le SS.Feste 2025-2026. In particolare le degustazioni effettuate durante il mese di novembre su campionature acquistate sul mercato hanno determinato una graduatoria interessante.

Per il metodo italiano (spumante fermentazione in grandi botti, giovane fresco), ai primi posti il Valdobbiadene Superiore docg Extra Dry Ruggeri Giustino B; Valdobbiadene docg Vigna del Baffo brut Bruno Agostinetto;  Prosecco docg Asolo Superiore Pat del Colmel brut; Asolo docg Superiore Montelvini brut millesimato; Valdobbiadene docg Luca Ricci Superiore brut; Cartizze Superiore Valdiobbiadene docg Elevatum Valdo; Valdobbiadene docg Superiore Santa Margherita Brut.

Per il metodo tradizionale (o classico, come detto per fermentazione in bottiglia), i vertici sono equamente divisi fra il Franciacorta (N.B. senza alcun accento) 2020 Bellavista; Franciacorta Annamaria Clementi Dosaggio zero 2016 Cà del Bosco; Franciacorta Cabochon Fuoriserie Monterossa; Lunelli Trentodoc Riserva 2016 Fratelli Lunelli Ferrari; Antares Trentodoc 2020 Cantina Toblino; Alta Langa docg Pas Dosé Zero 140 Riserva 2011 Enrico Serafino.

Sul secondo gradino si posizionano: Alta Langa Riserva extra Brut 2020 Coppo; Franciacorta docg Riserva extra brut 2013 Palazzo Lana Extreme Berlucchi; Durello Dosaggio Zero Riserva AD 13.21 Gianni Tessari; Alta Langa docg Riserva Pas Dosé Blanc de Noir 2016 Ettore Germano;  Graal  Trentodoc brut Riserva 2018 Altemasi; Moser Trentodoc brut 51,151 Moser; Pisoni Trento doc brut 2020 Millesimato; Animante Franciacorta Dosaggio Zero Barone Pizzini; Franciacorta Pas Dosè docg 2020 Cavalleri; Franciacorta Extra Brut 61 Berlucchi; Monsupello Brut 2018 Millesimato; Alto Adige doc Metodo Classico Extra Brut 2018 Riserva Arunda.         

di Giampietro Comolli

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