Turismo globale: sfide e opportunità per le nostre imprese turistiche

Sul tema si sono confrontati esperti del settore presentando nell’occasione il corso executive in International Tourism & Hospitality Management
Il turismo “made in Italy” è un pilastro dell’economia nazionale, con un’incidenza del 10,8% sul PIL. Secondo Enit, nel 2024 oltre 235 milioni di visitatori stranieri hanno scelto l’Italia, soprattutto da Germania, Francia, Regno Unito e USA. E il trend è destinato a crescere: per Forbes, entro il 2034 il turismo potrebbe arrivare al 12,6% del PIL e contribuire per il 15,7% all’occupazione, con ricadute positive su tutta l’economia. Anche la Lombardia e Milano seguono questa crescita: nel 2024 i turisti sono stati oltre 37 milioni, con previsioni positive per il 2025 (fonte Regione Lombardia).
Ma il settore deve affrontare sfide imposte da una crescente concorrenza globale. Le imprese turistiche italiane e lombarde devono compiere un salto di qualità, superando fragilità strutturali come dimensioni aziendali ridotte, criticità economico-finanziarie, passaggi generazionali e strategie di sistema ancora da rafforzare rispetto a competitor più strutturati.
Proprio a questi obiettivi risponde il corso executive in International Tourism & Hospitality Management, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Federalberghi Lombardia, Federalberghi Milano e Capac Politecnico del Commercio e del Turismo.
Il corso è rivolto a manager di strutture ricettive di ogni dimensione, imprenditori del turismo e settori affini, consulenti, investitori, finanziatori e neolaureati interessati a una carriera nel turismo. Le iscrizioni chiudono il 26 ottobre 2025, l’inizio è previsto per l’8 novembre 2025: il programma prevede sette incontri (due in presenza e cinque online).
Un corso executive per affrontare i cambiamenti del settore
«L’economia globale è in forte trasformazione, così come il turismo. Nel 2024 si sono registrati investimenti per 57,4 miliardi di euro, con una crescita prevista del 20% nei prossimi anni», spiega Marco Grumo, direttore scientifico del corso e docente all’Università Cattolica. «L’Italia e la Lombardia stanno facendo bene, ma per mantenere il vantaggio competitivo serve rafforzare il management alberghiero con competenze direzionali innovative e di qualità».
Una recente analisi del prof. Grumo su 941 bilanci di imprese alberghiere lombarde (2005-2023) ha evidenziato forti disparità: le prime 50 imprese, con una media di 251 dipendenti, hanno fatturati medi di 44,1 milioni di euro, mentre le restanti 891 (18 dipendenti medi) si fermano a 2,7 milioni. Numeri lontani dagli standard delle grandi catene internazionali, altamente finanziarizzate e gestite secondo logiche manageriali avanzate, a livello sia italiano sia internazionale. Infatti il primo operatore alberghiero al mondo ha chiuso il 2023 con 25,1 miliardi di dollari di ricavi.
Lombardia, nuovi modelli di business e competenze
«Siamo nel pieno di una trasformazione epocale: economia, geopolitica, tecnologia, AI e sostenibilità. A differenza della “Internet Revolution”, oggi vogliamo rendere le aziende protagoniste attive», sottolinea Fabio Primerano, Presidente Federalberghi Lombardia. «Servono nuovi modelli e competenze supportati da strumenti innovativi. Il corso è stato co-progettato proprio per formare i manager ad affrontare il cambiamento».
Concorda Maurizio Naro, Presidente Federalberghi Milano (Lodi e Monza e Brianza): «Milano cresce e piace sempre di più all’estero. Il passaggio dal 29° al 15° posto nella classifica ICCA dimostra il lavoro sinergico tra albergatori e istituzioni. Gli investitori ci guardano con interesse. Ma per cogliere queste opportunità, serve una preparazione sempre più solida anche dal punto di vista manageriale».
Infine, Gabriele Cartasegna, Direttore Generale Capac, sottolinea il ruolo chiave della formazione: «Da anni formiamo giovani per il settore alberghiero. Siamo orgogliosi di contribuire a un corso così importante, volto a far crescere una nuova generazione di manager preparati, in grado di affrontare le sfide di un mercato sempre più internazionale e dinamico».
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