Sol²Expo, scelta opportuna per rilanciare l’Olio Extravergine d’oliva italiano

Il debutto di Sol²expo – Full Olive Experience, è avvenuto il 2 marzo scorso. Il progetto prevede anche un settore per il sempre più ampio e articolato mondo dei prodotti derivati dall’olio come quelli relativi al wellness e alla cosmesi. Un progetto audace che necessita di tempo per la sua completa realizzazione
Il Salone è stato programmato con coraggio e lungimiranza da Veronafiere per offrire un quadro completo e articolato della filiera dell’olio d’oliva e delle relative tecnologie, fondamentali per ottenere oli di qualità e conformi alle attuali esigenze igieniche (le macine in pietra – ancor oggi simbolo affascinante e romantico della spremitura delle olive – difficilmente offrono un prodotto di pari livello).
La decisione di Veronafiere di creare – unitamente alle organizzazioni di settore e alle strutture politico economiche dello Stato – un momento di riferimento per il comparto oleario è quanto mai opportuna. La produzione italiana è in flessione da più di un decennio: persa dalla fine degli anni Novanta la leadership mondiale per quantità prodotta, l’Italia fino alla campagna olearia 2021-2022 (315mila tonnellate prodotte) era preceduta solo dalla Spagna (1 milione e 300 mila tonnellate, frutto di coltivazioni intensive). La produzione 2024-25 (224mila tonnellate) la pone dietro a Spagna (1.300mila), Turchia (450mila), Tunisia (340mila) e Grecia (250mila). Situazione determinata non solo da fattori eccezionali come la Xilella fastidiosa (batterio giunto dal Costarica nel 2008 sembra tramite piantine di caffè) che ha pesantemente colpito in particolare gli uliveti della Puglia (principale produttore italiano) ma anche dagli effetti negativi e duraturi del cambiamento climatico in atto.
La flessione degli ultimi decenni, la crescente concorrenza internazionale e un mercato irreversibilmente globale rendono necessari piani di sviluppo concordati tra tutti gli attori per evitare doppioni e spreco delle (poche) risorse disponibili. Veronafiere con Vinitaly ha dimostrato di avere capacità di elaborare e sviluppare con grande successo iniziative e progetti di notevole spessore internazionale.
Alcuni eventi e dati
Sol²expo ha registrato la presenza di numerose Associazioni e Organizzazioni del comparto, di 230 aziende (e non sono poche considerando che è la prima edizione senza il traino psicologico di Vinitaly) e circa 2000 tra consumatori e professionisti: di questi il 13% esteri tra i quali 234 buyer da 34 Paesi. Circa 50 le iniziative culturali e formative tra convegni, approfondimenti, cooking show e degustazioni. La fiducia delle Istituzioni in Sol²expo è stata evidenziata dall’avervi svolto il primo Tavolo tecnico di filiera olivicola-olearia creato dal Masaf (Ministero dell’agricoltura e delle sovranità alimentari e delle foreste) come momento di confronto e coordinamento di politiche, orientamenti e azioni sui problemi del settore, anche in funzione della elaborazione e stesura del Piano Olivicolo Nazionale.
In tale sede, il sottosegretario Patrizio La Pietra ha illustrato il Piano elaborato dal Masaf che – con qualche ottimismo – indica un percorso per raggiungere l’obiettivo di + 25% di produzione in dieci anni. Obiettivo facile a parole, ma che necessita di notevoli investimenti difficilmente sostenibili dai privati solamente con le proprie forze. Un incremento peraltro che osservando il nostro import appare necessario almeno per conservare l’attuale (non brillante) situazione: secondo i dati del periodo ottobre-dicembre 2024 le importazioni di olio d’oliva hanno raggiunto circa 106mila tonnellate, quasi la metà della produzione 2024. Per l’extravergine, invece, si registra un sostanziale equilibrio tra import ed export per le ‘quantità’, mentre economicamente il saldo è molto positivo per il nostro export.
Secondo le indicazioni del ‘Piano’, l’incremento del 25% potrebbe conseguirsi ringiovanendo l’età di molti uliveti (i primi raccolti avvengono a 3/4 anni dall’impianto, la piena produttività dopo 9/10 anni) recuperando quelli abbandonati. L’ipotesi di impianti intensivi (costi minori e maggiore produzione) non deve sottrarre risorse alla ricerca di una qualità sempre più eccelsa (unica carta vincente per il nostro Paese), alla difesa dell’olio italiano dalle falsificazioni internazionali, all’incremento delle coltivazioni biologiche (circa un quarto dei terreni coltivati a olivo – intorno al milione di ettari – è biologico) e al sostegno alle aziende contro il cambiamento climatico.
Un problema culturale
Sol²expo può essere – come avvenuto nella giornata dedicata al pubblico (2 marzo) con cooking show, degustazioni… e possibilità di acquisti con asporto – anche lo strumento per contrastare la mancanza di cultura sulle varie tipologie di olio e per incrementare il consumo di prodotti di qualità: gli effetti benefici sulla salute, per esempio, crescono proprio con la qualità e – contrariamente a quanto si crede – anche tra i vari “extravergine” esistono notevoli differenze qualitative. Purtroppo attualmente identificare quelli di qualità superiore senza affidarsi unicamente al prezzo o alla conoscenza diretta è difficile: tutte le etichette, anche per gli oli evo, sono simili.
Primi programmi per il futuro
Un Salone al suo debutto suscita speranze spesso eccessive, così è stato anche per Sol²expo al quale alcuni espositori hanno rimproverato scarsa presenza di pubblico nella domenica dedicata e limitato numero di buyer e di operatori professionali. Non ero in fiera la domenica, quindi non posso esprimere un’opinione, ma non posso non sottolineare che intuizioni e programmi anche ottimi per mobilitare il pubblico necessitano di una promozione tambureggiante che crei curiosità, desiderio ed eventualmente la speranza di un vantaggio immediato. D’altra parte i produttori sanno per esperienza che anche il più eccezionale degli oli ha bisogno di tempo per raggiungere il successo tra i consumatori.
Per quanto concerne buyer e operatori Veronafiere, oltre a potenziare la conoscenza del nostro extravergine nei 34 Paesi presenti al Salone di marzo, ha avviato un nutrito programma in Asia e in Nord e Sud America finalizzato ad aprire nuovi mercati all’olio italiano e a incrementarne la presenza a Sol²expo usufruendo, laddove opportuno, di sinergie e visibilità comuni con Vinitaly. Una tappa si è svolta in occasione di Wine to Asia a maggio (9 – 11) a Shenzhen – città da noi poco conosciuta, ma che insieme a Hong Kong e Macao forma il Greater Bay Area, una delle più dinamiche realtà economiche asiatiche – con masterclass, dimostrazioni di come l’olio d’oliva possa essere inserito nella cucina cinese e degustazioni guidate degli oli vincitori del Sol d’Oro. In Cina, anche se le quantità importate sono ancora limitate, si sta formando un mercato che guarda soprattutto alla qualità per cui i nostri extravergine sono molto richiesti e dovrebbero avere un futuro.
Già programmati altri appuntamenti di assoluto rilievo internazionale quali la presenza all’Expo di Osaka (luglio), il Sol d’Oro Emisfero Sud in Brasile (settembre) e una significativa partecipazione a Vinitaly.USA a Chicago (ottobre), la manifestazione di Veronafiere per il mercato statunitense che ora assorbe un terzo dell’export italiano di olio Evo.
Come in tutti i debutti qualcosa è da perfezionare: per esempio, anche se sembrano marginali, una migliore segnaletica, punti di informazione, aree di sosta e una sala stampa organizzata e facilmente individuabile. Sotto l’aspetto espositivo è emersa anche l’opportunità di sviluppare la presenza di due temi: il turismo dell’olio per far capire ‘de visu’ che un buon olio non si ottiene solo raccogliendo le olive e frangendole e un’area delle olive da tavola, altra eccellenza italiana.
Sol²expo ha tutti i presupposti per divenire il Salone di riferimento internazionale per l’olio purché tutte le realtà coinvolte collaborino senza gelosie e personalismi e accanto agli eccezionali extravergine di molti piccoli e medi produttori vi siano quelli industriali protagonisti della Grande Distribuzione e le altre tipologie di olio (comprese quelli di semi).
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