Demoskopika: flussi turistici in crescita per la stagione estiva
Previsti 65,8 milioni di arrivi e 266,1 milioni di pernottamenti. Italia sul podio delle “più virtuose” in Europa per un minore tasso di inflazione turistica dietro soltanto a Germania e Francia. Maglia nera, però, per il “caro prezzi” dei servizi di trasporto, con in testa quello aereo, che cancella i benefici di una maggiore spesa turistica
Le previsioni sull’imminente stagione estiva segnerebbero un incremento dei flussi turistici in Italia: ben 65,8 milioni di arrivi e oltre 266 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 2,1% e all’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da 64,4 milioni di arrivi e poco più di 263 milioni di pernottamenti. Scenario confortante anche sul versante dell’incoming: a optare per una destinazione italiana sarebbero 35,5 milioni di stranieri pari a poco più della metà (54%) del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 135,5 milioni di pernottamenti. E, inoltre, il verificarsi di uno scenario proattivo, potrebbe produrre un effetto “rialzista” sulle stime: oltre 70 milioni di arrivi e 278,3 milioni di presenze con una variazione in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2023, pari all’8,8% e al 5,8%.
E, ancora: a febbraio dell’anno in corso (ultimo dato disponibile), l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo, fa registrare incrementi su base annua per l’Italia del tasso di inflazione turistica tra i più bassi del Vecchio Continente: 3,9% la dinamica dei prezzi del “paniere turistico” calcolato da Demoskopika che colloca il Belpaese al terzo posto tra le destinazioni “più virtuose” preceduto soltanto da Francia (3,7%) e Germania (2,9%). In questa direzione risultano inevitabili le ripercussioni anche sulla spesa turistica che supererebbe la soglia dei 43 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 4% rispetto ai mesi estivi del 2023. Effetto positivo, però, “rosicchiato” quasi interamente dall’inflazione turistica. Per i mesi estivi del 2024 si stima, infatti, che la dinamica dei prezzi nel turismo registri una variazione tendenziale in aumento pari al 3,5% rispetto all’anno precedente.
A pesare prioritariamente, infine, alcune voci rispetto ad altre del paniere turistico con in testa, per inflazione tendenziale a marzo del 2024 rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il trasporto aereo (15,5%), i pacchetti vacanza nazionali (8,2%) e gli alberghi (6,7%).
È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast Summer 2024” dell’Istituto Demoskopika, che ha stimato i principali indicatori turistici: arrivi, presenze, spesa turistica e inflazione turistica.
«L’imminente stagione estiva – dichiara Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – si preannuncia promettente per il turismo italiano, con una crescita stimata sia degli arrivi che delle presenze. Nonostante l’Italia si collochi, inoltre, tra le destinazioni con il minore tasso di inflazione turistica, i costi crescenti in aree critiche come il trasporto aereo, però, rischiano di assorbire quasi interamente i benefici di una maggiore spesa turistica. In questa direzione, risulta quanto mai necessario adottare strategie non solo reattive ma soprattutto proattive. Una programmazione istituzionale più consapevole – precisa Raffaele Rio – permetterebbe al sistema turistico italiano di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e alle aspettative dei turisti, garantendo che il comparto non solo cresca in quantità ma anche in qualità. E ciò – conclude Raffaele Rio – potrebbe generare un consolidamento più significativo rispetto ai livelli pre-pandemici e stabilire nuovi standard di successo per il turismo in Italia».
Previsioni: quasi 66 milioni di turisti sceglieranno l’Italia per la stagione estiva. Sono ben 65,8 milioni gli arrivi stimati da Demoskopika per l’imminente stagione estiva che, a loro volta, dovrebbero generare ben 266,1 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 2,1% e all’1,1% rispetto al 2023. In altri termini, l’estate italiana sarebbe caratterizzata, in valore assoluto, da 1,4 milioni di vacanzieri in più e da un incremento di quasi 3 milioni di pernottamenti. A pesare maggiormente nell’andamento al rialzo dei flussi turistici, inoltre, la componente estera sia per gli arrivi che per le presenze. In particolare, sarebbero oltre 35,5 milioni i turisti provenienti dal mercato estero a optare per una vacanza in una delle località turistiche del Belpaese registrando un balzo in avanti del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; sul versante delle presenze, invece, il contributo al rialzo della quota estera sarebbe di 135,5 milioni di pernottamenti con un incremento pari al 2,2% rispetto alla stagione estiva passata.
E, inoltre, il verificarsi dello scenario proattivo, potrebbe produrre un effetto “rialzista” sulle stime: 70 milioni di arrivi e 278,3 milioni di presenze con una variazione in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2023, pari all’8,8% e al 5,8%. Uno scenario “più ottimistico” che potrebbe consolidare il sorpasso anche rispetto al periodo pre-pandemico del 2019 con un incremento sia degli arrivi (+6,8%) che dei pernottamenti (+7,0%).
Appeal: Polonia, Stati Uniti e Repubblica Ceca sul podio per crescita. Quali sono i paesi che sceglieranno maggiormente la destinazione Italia per trascorrere una vacanza nei prossimi mesi estivi? Demoskopika ha stilato una classifica sulla base della crescita stimata delle presenze tra i primi 10 mercati dell’incoming italiano. Tre i mercati più “attivi”: Polonia (100,0), Stati Uniti (95,8) e Repubblica Ceca (88,8). Seguono Germania (87,7), Francia (86,0), Austria (84,4). E, ancora, Regno Unito (78,7), Spagna (77,8), Belgio (75,8) e, infine, Paesi Bassi (71,7).
Confronti: Italia tra le destinazioni europee “meno inflazionate”. Meglio solo Francia e Germania. A febbraio dell’anno in corso, l’Italia si colloca tra le destinazioni europee con il minore tasso di inflazione turistica ideato da Demoskopika sulla base delle seguenti voci: servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, pacchetti vacanza, servizi ricettivi e di ristorazione. In particolare, la crescita su base tendenziale del tasso di inflazione turistica del Belpaese è pari al 3,9%, preceduta soltanto dalla Francia (3,7%) e dalla Germania (2,9%). A presentare un andamento dei prezzi del paniere turistico più elevato dell’Italia le rimanenti destinazioni: Grecia (4,5%), Spagna (5,5%), Portogallo (5,6%), Paesi Bassi (5,7%), Svezia (5,7%), Austria (7,4%) e, infine, Polonia (7,5%).
A “condizionare” al ribasso l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) per il settore turistico italiano le voci riguardanti i “servizi ricreativi e culturali” (0,6%); a pesare negativamente, al contrario, i “servizi di trasporto” che con un’inflazione tendenziale pari al 5,6%, attribuiscono all’Italia, insieme alla Svezia (6,5%), la maglia nera dell’aumento dei prezzi.
Paniere turistico: a trainare la crescita dei prezzi trasporto aereo, alberghi e pacchetti vacanza. A marzo dell’anno in corso, il tasso di inflazione turistica tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) calcolato da Demoskopika, è pari al 3,9%. L’andamento in crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC per il settore turistico italiano si deve prevalentemente all’incremento dei prezzi dei servizi di trasporto (+8,2%) con in testa l’impennata del trasporto aereo che segna un rialzo rispetto a marzo dello scorso anno pari al 15,5%. A seguire altre voci “condizionanti” il paniere turistico individuato dai ricercatori di Demoskopika tra cui spiccano per rilevanza i pacchetti vacanza (+4,7%) e i servizi di alloggio (+6,0%) all’interno dei quali risalta il dato degli alberghi con un incremento tendenziale dei prezzi pari al 6,7%. Sono i prezzi dei voli nazionali, infine, con il 19,2% a crescere in modo più sostenuto rispetto ai voli internazionali (+7,3%). Stessa dinamica dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali che con +8,2% presentano un differenziale turistico di +9,7 punti percentuali rispetto ai pacchetti vacanza internazionali che, al contrario, registrano una flessione (-1,5%).
Foto di copertina: Depositphotos.com
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