Il Piano Colao punta sugli investimenti e piace agli albergatori. La sua realizzazione è purtroppo remota

Il Piano Colao punta sugli investimenti e piace agli albergatori. La sua realizzazione è purtroppo remota

Il comitato di esperti guidato dal manager Vittorio Colao e voluto dal governo ha consegnato alla presidenza del Consiglio un documento di 121 pagine intitolato “Iniziative per il rilancio – Italia 2020-2022”. Ribattezzato “Piano Colao”, è un elenco di 102 proposte per favorire la ripresa economica del paese. Per quanto riguarda il macro-settore di nostro interesse – accorpato come l’attuale ministero – prende in esame “Turismo, Arte e Cultura” che alleghiamo in un pdf a fine testo. E’ noto che il comparto contribuisce da solo, con l’indotto, al 13% del Pil e occupa oltre 4 milioni di addetti. Il Piano riconosce la rilevanza del settore ed il contributo che turismo ed industria alberghiera possono dare al rilancio dell’Italia. Ma il Paese è colpevole di non avere mai sfruttato adeguatamente le innumerevoli potenzialità che può offrire, deve quindi cambiare rotta al più presto se vuole riemergere da questa drammatica situazione.

Il Commento di Giorgio Ribaudo *

Sugli interventi per il turismo del “Piano Colao” le mie riflessioni seguono, in una certa parte, quelle di Antonio Preiti apparse sull’Huffington Post di stamane.

Il quadro di interventi del Piano è di certo esaustivo. Ma arriva come una locomotiva a gran velocità addosso ad una carrozza parcheggiata in una stazione… una potenza di fuoco di interventi (tutti ben selezionati) che probabilmente non avrà modo di atterrare su una vera fattibilità.

La sua realizzazione è purtroppo remota perché molto è assegnato all’azione pubblica, che sino ad oggi è stata modesta e non si capisce come cambierà passo.

Alcune critiche necessarie, forse costruttive:

  • 1. Non si dice che il turismo (insieme all’agricoltura) è una delle prime industrie italiane per valore aggiunto (valore aggiunto non è PIL, sono due cose diverse) e la principale fonte di equilibrio per bilancia commerciale italiana. Tutti sappiamo cosa richiede produrre una Fiat Panda e come sia complesso piazzarla sul mercato in mancanza di incentivi di rottamazione, politiche statali di supporto, astruse manovre con veicoli societari esteri, fusioni, etc… Bene, costa 11 mila euro, ma tanti italiani la comprano a rate. In alta stagione una suite al Gritti o al Danieli può arrivare a costare anche 8-9 mila euro per una notte. Si vende molto bene ai Russi, Americani, Arabi… Sono anzi felici del loro acquisto e, soddisfatti, ricomprano. Moneta estera che entra nel nostro sistema. E di queste suite se ne producono per mesi almeno 15-20 al giorno solo a Venezia. Questa consapevolezza della incredibile urgenza di risollevare il turismo italiano manca. Ci si concentra (a livello governativo) su FCA, ma manca il focus sui milioni di euro (senza evasione alcuna, tutti con versamenti in Italia e senza possibilità di delocalizzazione) che settimanalmente si producono in una manciata di hotel fra Roma, Venezia, Firenze, Milano, etc.
  • 2. Non è ben chiaro il sistema di priorità: questo è un fattore determinante per chi prende in carico il piano e deve distribuire il lavoro al “team”. Forse, se c’è un errore strategico, è l’accostamento di interventi sul sistema privato e sul sistema pubblico: come anche Preiti sottolinea, se il Governo si limita a supportare l’iniziativa privata (o evita di ostacolarla – punto 3), fa già bene, evitando di inserirsi in dinamiche che non gli appartengono (creazione di poli, reti di impresa, etc.). Mentre se è stato deficitario nella creazione di un “prodotto” culturale, museale o archeologico, o nel suo “packaging”, allora può subito intervenire su questi aspetti che sono da subito attivabili, fattibili e non necessitano di coordinamento con terze parti. Questo impianto di priorità manca. Ma si può recuperare.

C’è timidezza ed ambiguità nella mancata contestazione di come le misure di distanziamento sociale siano devastanti per l’esperienza di vacanza. Con questa diffusa ed anomala situazione di paura dell’altro e del contatto (che è degenerata in ipocondria), non potremo recuperare mai i valori del 2019 nei mesi che verranno e addirittura nel 2021. Manca la visione “a mente fredda” della realtà del virus di oggi. Non si chiarisce, per mancanza di informazioni, che serve un cambio di paradigma e che bisogna puntare alla normalità e non alla perdurante chimera del vaccino. Non si spiega al Governo che il distanziamento sociale nel turismo è da ritirare immediatamente (ed in toto, cioè in ogni sua previsione normativa) nel momento in cui la diffusione del virus sia nulla o non nociva. Doveva essere suggerito un modello semplice di abrogazione del distanziamento sociale per le attività turistiche “sub condicio”, agganciando cioè le misure per il futuro (da oggi in poi) all’effettivo acuirsi del contagio o delle patologie (vedi Germania). Per chi ne capisce l’urgenza, e si informa di conseguenza, esistono ampie e documentate fonti che indicano che lo “strascico sine die” delle pratiche che stiamo attuando ha un impatto molto grave sulla propensione delle persone a viaggiare, a prenotare e a comprare turismo (Cfr. Report THRENDS apparso su L’Albergo).

* Giorgio Ribaudo è entrato nel settore hospitality nel 1998. Ha pubblicato sulla più prestigiosa rivista scientifica del settore (Journal of Travel Research) e su numerose di economia (Economic Research, Contemporary Economics, Business Review); autore del report Hotels & Chains in Italy dal 2013, è stato advisor in KPMG, Econstat e Horwath HTL. È lecturer per le Università Bocconi, LUISS e di Pisa e docente a contratto all’Università di Bologna. Dal 2019 è membro dell’Advisory Board di ITHIC.

Confindustria Alberghi: Bene il turismo nella strategia di rilancio

Il piano Colao riconosce la rilevanza del settore ed il contributo che turismo ed industria alberghiera possono dare al rilancio dell’Italia. Le misure sono in linea con le esigenze di un settore che con oltre 100 giorni di blocco forzoso di ogni attività è certamente tra i più colpiti dalla crisi e che in questa fase ha bisogno di azioni volte alla protezione del settore e dell’occupazione, ma nello stesso tempo può e deve guardare avanti. Bene quindi l’attenzione alla ripartenza con strumenti concreti come la riduzione del cuneo fiscale e della tassazione così come l’intervento sugli affitti. Importante un focus a livello governativo per un’azione di coordinamento e rilancio sulla prospettiva dei prossimi tre anni, e ancora bene il potenziamento della promozione ed il coordinamento dell’azione/immagine Paese all’estero. Sono rilevanti il tema degli investimenti in ristrutturazioni e riqualificazioni che riannodano i fili di un processo avviato già negli scorsi anni con il tax credit per le imprese alberghiere, che si era bruscamente interrotto.  Un aspetto che resta però aperto è quello delle infrastrutture digitali di prenotazione che oggi vedono il mercato esclusivamente in mano a pochi player internazionali. Una debolezza intrinseca del nostro sistema dell’offerta che, in assenza di un quadro realmente di mercato, vede la capacità delle imprese fortemente condizionata.

 

Scarica il ‘Piano Colao’ per Turismo – Arte – Cultura

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