In Cina il settore alberghiero è in forte ripresa

In Cina il settore alberghiero è in forte ripresa

La buona performance del settore ha visto un aumento dell’occupazione del 3% e un aumento delle tariffe giornaliere del 10%. L’industria turistica cinese pensa già ad hotel dotati di alta tecnologia, intelligenza artificiale e personale ridotto

servizio di Lorenzo Riccardi

I dati della China’s Hospitality Association mostrano che il settore alberghiero nel Paese è tornato a circa il 70-80% dei livelli pre-pandemici. La Cina, infatti è stato il primo paese al mondo a registrare una crescita dei ricavi degli hotel su base annuale da inizio emergenza.

Grazie alle festività nazionali del capodanno lunare, con una pausa di sette giorni dal 1° ottobre, si è registrata una ripresa del turismo domestico e dell’industria alberghiera, incoraggiata dal successo del Paese nel contenimento della pandemia.

In particolare, la buona performance del settore ha visto un aumento dell’occupazione del 3% e un aumento delle tariffe giornaliere del 10%. Si prevede che gli hotel di fascia lusso avranno il maggior sviluppo in Cina grazie alla capacità di spesa dei consumatori che ne alimentano la domanda e dove ad oggi solo il 16% degli hotel rientra nella fascia medio-alta, a differenza dei paesi occidentali dove oltre il 50% degli hotel appartiene a questa categoria.

Il gigante alberghiero Hilton ha continuato la sua rapida espansione in Cina anche nel 2020, con l’apertura di 53 nuovi hotel con il brand Hamptons in Cina, di cui tre a Pechino.

La società Marriott International con presenza nel mercato cinese da oltre 30 anni, gestisce più di 390 hotel con 70.000 dipendenti in Cina e ha confermato l’apertura di 36 nuovi hotel nel Paese nel 2020 e altri 60 per il 2021; il gruppo ha inoltre dichiarato che dalla seconda metà del 2020 oltre il 90% dei propri hotel in Cina ha generato utili.

All’inizio del 2021, con una nuova apertura di JW Marriott, Shanghai è divenuta la prima città nella regione dell’Asia-Pacifico ad avere 50 hotel gestiti da Marriott e nel Paese è prevista un’ulteriore espansione in città di prima e seconda fascia, anche mediante la costruzione di 15 nuovi hotel a Xi’an.

Va inoltre considerata la nuova fase nello sviluppo tecnologico dell’industria turistica cinese, con hotel dotati di intelligenza artificiale e personale ridotto. Si stima che nei prossimi 20 anni ci sarà una crescita del 50% dei posti di lavoro nel settore dei servizi, creati dalle nuove tecnologie; la comparsa di hotel automatizzati in Cina, sta ridefinendo il futuro del settore alberghiero, con costi di gestione ridotti e miglioramento dell’efficienza.

È un nuovo tipo di esperienza molto moderna, resa possibile grazie all’utilizzo del riconoscimento facciale per il check-in, all’assistente vocale che obbedisce agli ordini degli ospiti, per variare intensità delle luci, cambiare la temperatura, accendere la TV ed ordinare del cibo.

Tra i pionieri di questa tendenza innovativa si annoverano il FlyZoo Hotel ad Hangzhou di Alibaba (foto a destra); la catena Leyeju Smart Hotel a Chengdu, a Shenzhen, Guangzhou e Hangzhou ed il gruppo Atour Hotel con anche le catene alberghiere internazionali che si stanno trasformando in hotel ad alta tecnologia in Cina.

Marriott nelle sedi di Hangzhou e Sanya è stato il primo hotel ad introdurre la tecnologia di riconoscimento facciale per il check-in; InterContinental fa parte della generazione di hotel ad alta tecnologia ed è pioniere nell’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’ospitalità in Cina, sviluppando “smart rooms” intelligenti negli hotel di Pechino e Guangzhou.

La Cina contiene la pandemia e rilancia il turismo domestico, anche con promozioni gratuite delle principali attrazioni, tra cui la Yellow Crane Tower di Wuhan, ove occorre prenotarsi ma senza sostenere costi di ingresso.

Buoni auspici quindi per il 2022 anno dedicato al turismo tra Italia e Cina e durante il quale si svolgeranno eventi promozionali organizzati da ENIT, Ambasciata e Camera di commercio italiana in Cina.

 

In copertina: foto di Francesco Bruno, Wuhan, Cina

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