L’Italia può riaprire. Green Pass Italia e Ue: come funzionano e come ottenerli

L’Italia può riaprire. Green Pass Italia e Ue: come funzionano e come ottenerli

L’Italia riapre al turismo: il lasciapassare nazionale è atteso per la seconda metà di maggio. In Europa sarà pronto da giugno

L’Italia rispre e presto saranno ammessi gli spostamenti in Ue per turismo e viaggi liberi in Italia tra le regioni – da Lazio a Lombardia, da Sicilia a Veneto, da Puglia a Friuli – in vista dell’estate 2021. Il green pass covid dell’Unione Europea è atteso per giugno. In attesa del ‘lasciapassare’ internazionale per vaccinati e guariti, in Italia verrà utilizzato il green pass ‘nazionale’, come ha ricordato il premier Mario Draghi alla conferenza stampa sull’esito della riunione ministeriale del G20 Turismo.

“Noi dobbiamo offrire regole chiare e semplici per garantire che i turisti possano venire da noi in sicurezza. A partire dalla seconda metà di giugno sarà pronto il Green pass europeo. Nell’attesa, il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale, che entrerà in vigore già a partire dalla seconda metà di maggio”, ha detto il presidente del Consiglio Draghi. “In attesa del green pass europeo il governo italiano ha introdotto un green pass nazionale che permetterà alle persone di muoversi tra le regioni”.

Covid green pass Italia

In Italia, nell’ultimo decreto riaperture del governo si spiega che “dal 26 aprile 2021 sono consentiti gli spostamenti tra le Regioni diverse nelle zone bianca e gialla. Inoltre, alle persone munite della ‘certificazione verde’, sono consentiti gli spostamenti anche tra le Regioni e le Province autonome in zona rossa o arancione”, come è scritto nella nota del Cdm diramata da Palazzo Chigi.

Il decreto riaperture introduce in prospettiva lo strumento del pass vaccinale, che renderà più rapidi i movimenti in entrata e in uscita da regioni rosse e arancioni. Il documento deve essere ancora definito in base alle indicazioni che fornirà il ministero della Salute. Al momento, cosa bisogna fare per gli spostamenti da zona rossa e arancione? Al di là dei casi che richiedono l’autocertificazione (lavoro, motivi di salute, emergenze), è necessario munirsi di certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione (con la seconda dose ricevuta da non oltre 6 mesi) o l’esito negativo di un tampone eseguiti da non oltre 48 ore. Tali requisiti valgono anche per i minori, esclusi i bambini di età inferiore a due anni.

Il pass vaccinale, già nel decreto, consentirà di spostarsi “da una Regione all’altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni”, spiega Palazzo Chigi. I requisiti per ottenere il pass, che potrà essere rilasciato anche dal medico di famiglia, sono illustrati: Può avere il certificato verde:

chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto),

chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione),

chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test).

Quindi, il lasciapassare spetterà a chi è stato vaccinato e a chi può esibire un tampone molecolare negativo realizzato entro le 48 ore precedenti allo spostamento. Il pass è necessario anche per i minori. Sono esentati i bambini di età inferiore ai due anni. “Le certificazioni verdi rilasciate dagli Stati membri dell’Unione sono riconosciute valide in Italia. Quelle di uno Stato terzo se la vaccinazione è riconosciuta come equivalente a quella valida sul territorio nazionale”, rendono noto fonti di palazzo Chigi.

Covid green pass Ue

Il sistema europeo che produrrà i ‘Certificati Verdi Digitali’ (Green Pass) validi in tutta l’Ue sarà “tecnicamente operativo” il primo giugno prossimo, come ha spiegato recentemente un alto funzionario Ue. L’attuazione pratica del certificato dipenderà dai negoziati tra Parlamento Europeo e Consiglio, ma l’obiettivo è di concluderli e di avere il regolamento in vigore entro “fine giugno”. A quel punto, una volta adottato il regolamento, il Green Pass non sarà “un optional”, bensì “un diritto” di ogni cittadino dell’Ue, per legge.

Un primo grande gruppo di Paesi (Francia, Malta, Olanda, Lussemburgo, Estonia, Svezia, Croazia, Bulgaria, Spagna, Italia, Lituania, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Islanda e Grecia) inizierà la fase di test “verso il 10 maggio”.

Un secondo gruppo (Lettonia, Romania, Cipro, Irlanda, Portogallo, Polonia, Danimarca e Slovenia) avvierà i test “verso fine maggio”, mentre altri cinque (Ungheria, Belgio, Norvegia, Liechtenstein e Slovacchia) ha deciso di non far parte dei test e di connettersi alla piattaforma direttamente in fase di attuazione.

Il certificato attesterà, attraverso una app dotata di codice Qr oppure in formato cartaceo, l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 e il numero di dosi ricevuto, l’avvenuta guarigione dal Covid nei precedenti sei mesi e la presenza dei relativi anticorpi (mediante test) oppure l’esito negativo di un tampone, Pcr o rapido (i dettagli tecnici su questo verranno negoziati dai vari legislatori). Starà ad ogni Stato membro, poi, stabilire i requisiti di ingresso nel proprio territorio: si tratta di competenze esclusivamente nazionali e l’Ue non può imporre nulla in questo campo. Può solo raccomandare.

In collaborazione con Adnkronos

DISCLAIMER
Ogni testo è redatto da l’Albergo, proprietario dei diritti di proprietà intellettuale.
Qualunque riproduzione, anche parziale è vietata, così come l’utilizzo del logo senza preventiva autorizzazione scritta è perseguito a termini di legge.
Taggato con: , ,