Ospitalità al top per seguire la crescita nell’hotellerie
L’incremento dei cinque stelle per attrarre la clientela TOP costringe l’albergatore non solo a moltiplicare i servizi, ma a proporre qualcosa che venga recepito come straordinario e che resti nella memoria
Il complesso e articolato fenomeno della ‘globalizzazione’ ha avuto un effetto irreversibile: fare considerare, almeno psicologicamente, il mondo come un villaggio da poter facilmente esplorare grazie alle opportunità offerte dalle moderne tecnologie. Il conseguente incremento di viaggiatori e turistiha causato non solo una notevole diversificazione nelle tipologie dell’offerta ricettiva a livello sia economico sia di servizi, ma anche la necessità di soddisfare quella fascia di clientela che cerca caratteristiche sempre nuove che rendano ‘esclusive’ le proprie scelte.
La tradizionale classificazione basata sulle stelle è stata affiancata da ‘indicazioni’ che a volte prevalgono su quella classica: all’antesignana Relais & Châteaux – per anni simbolo di esclusività e raffinatezza – si sono via via affiancate tipologie (Boutique hotel, Resort, hotel a 7 stelle…) finalizzate a offrire esperienze chic per confort, originalità, location (edificio storico, palazzo nobiliare, castello…), personale qualificatissimo e servizi esclusivi dedicati a un pubblico di élite.
Sono i Luxury Hotel: hotel da sogno che rispondono a standard di classe internazionali, in grado di soddisfare ogni esigenza dei propri ospiti e in cui il lusso è inteso come garanzia di eccezionalità, settore in cui l’Italia primeggia. È recente il riconoscimento di migliore albergo del mondo all’Hotel Bulgari Roma da parte di Virtuoso Travel, network che aggrega professionisti del turismo d’alta gamma.
Il top di questa affascinante – per i comuni mortali inavvicinabile – tipologia di ospitalità sono i dieci hotel a 7 stelle (sette e non sei per sottolineare la propria superiorità?) dei quali l’unico europeo è a Milano: il Milano Townhouse Galleria (si trova all’interno della GalleriaVittorio Emanuele inaugurata nel1865 e impreziosita da bassorilievi e affreschid’epoca anche all’interno degli edifici) in cui il Glion Institute of Higher Education ha presentato la seconda edizione di Behind the Scenes con una tavola rotonda sul tema ‘Arte nell’ospitalità’ a cui – moderati dalla giornalista esperta di turismo del lusso Sara Magro – hanno partecipato il Managing Director di Glion Institute Frédéric Picard, la nota architetta francese Natacha Froger, fondatrice dell’agenzia di interior design Atome Associes, e Alessandro Riva curatore della Galleria Vik Milano del Townhouse Galleria.
Il Glion Institute of Higher Education è stato fondato in Svizzera nel 1962 e per la capacità di formare laureati in grado di affrontare positivamente le sfide in divenire è considerata la seconda università al mondo per la preparazione fornita e la terza nel settore hospitality e leisure management.
Nei suoi tre campus (Montreux e Bulle in Svizzera e Londra), gli studenti – provenienti da 90 nazionalità – vivono in un ambiente multiculturale e possono usufruire di un rapporto diretto con un corpo docente numeroso (in media un docente ogni cinque studenti… propriocome in Italia) e di alto livello e hanno l’opportunità di entrare in contatto con il mondo del lusso (Marriot, Mandarin, Four Seasons…) mediante stage formativi.
Il crescente ruolo del lusso nell’economia mondiale ha indotto – come ha dichiarato durante la tavola rotonda Frédéric Picard – il Glion Institute a creare appositi programmi di bachelor e master su tale tematica per soddisfare in modo adeguato la richiesta di propri studenti da parte delle aziende del comparto. A ospitalità e lusso sono dedicati corsi di laurea come l’International Hospitality Businnes articolato su tre specializzazioni: Luxury Brand Strategy, International Hotel Development and Finance e International Event Management e tra i master il Luxury Management e Guest Experience, a conferma dell’importanza di immergere gli studenti nel mondo del lusso facendone conoscere tutte le sfaccettature.
In questi ultimi decenni, la domanda turistica si è notevolmente ampliata per le migliorate condizioni socioculturali di molti Paesi i cui flussi, anche se a volte relativi soprattutto a fasce economicamente elitarie, rappresentano numeri rilevanti e molto interessanti per volontà e capacità di spesa. Si tratta diuna clientela che in tutti i settori ricerca il bello, la qualità e l’eccezionalità di ciò che acquista (dall’abbigliamento al vino) anche se a volte la selezione avviene in base al prezzo. Una tendenza che nell’offerta turistica ha spinto verso l’alto la classificazione delle strutture ricettive con un incremento delle cinque stelle che per attrarre questa clientela devono non solo moltiplicare i servizi,ma proporre qualcosa che venga recepitocome straordinario e che stupisca,emozioni e resti nella memoria.
L’arte è il modo migliore per conseguirtale finalità e nello stesso tempo sfuggireal ‘tallone d’Achille’ del lusso: la caducità dovuta al suo rapido modificarsi con il mutare della società e della cultura. Un capolavoro o anche semplicemente un bel quadro o un’affascinante scultura restano tali nel tempo per cui inserite in un hotel creano “un ambiente visivamente stimolante ed emotivamente coinvolgente, rendendo gli hotel indimenticabili e distintivi” come ha affermato Frédéric Picard durante latavola rotonda.
Natacha Froger ha affermato che l’arte non può essere inserita casualmente, ma occorre integrarla “fin dall’inizio perché tocca la luce, lo spazio e tutto quanto”. L’architetta Froger ha poi precisato che l’integrazione nell’ospitalità può avvenire in tre modi: allestimento di opere esistenti, commissione di opere dedicate e creazione di esperienze immersive. Ovviamente per ogni situazione occorre identificare il tipo d’inserimento più adatto a massimizzarne l’emotività.
Molto interessante anche l’intervento di Alessandro Riva – curatore della Galleria Vik Milano del Townhouse Galleria – che ha confermato sulla base dellapropria esperienza come la simbiosi tra arte e hotel si crei nella fase progettuale in cui si può far divenire l’arte – grazie al coinvolgimento degli architetti e degli interior design – parte integrante dell’ambiente.
Altro fattore importante per creare negli ospiti emozione è scegliere opere che siano in sintonia con la filosofia dell’hotel e la sensibilità della clientela in modo da provocare esperienze indimenticabili grazie anche a quel rapporto particolare che si stabilisce nell’ammirare la stessa opera.
Il successo di un hotel-galleria d’arte dipende dal costruire una collezione equilibrata tra stili e artisti diversi poiché si rivolge a un pubblico dalle sensibilità diverse e non si propone di sostituire musei o mostre d’arte, ma di creare un arricchimento emotivo e il desiderio di rivivere quell’esperienza.
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