Unconventional Breakfast, il manuale per creare colazioni del territorio inclusive e sostenibili

Unconventional Breakfast, il manuale per creare colazioni del territorio inclusive e sostenibili

Il 5 aprile scorso, presso il Meliá INNSiDE Milano Torre GalFa, Concetta D’Emma ha presentato ufficialmente il suo libro Unconventional Breakfast: la guida definitiva che contiene le migliori strategie per aiutare gli operatori del settore alberghiero ed extralberghiero a creare colazioni del territorio che siano adatte anche a quei viaggiatori con esigenze e stili alimentari specifici (vegetariani, vegani, celiaci, intolleranti al lattosio, sportivi, musulmani, ebrei), ovvero gli Unconventional Foodies, come li definisce l’autrice. A moderare l’incontro è stata la giornalista vegetariana Debora Bionda, appassionata di enogastronomia.

In UnconventionalBreakfast, Concetta presenta il suo format delle 3 Regole d’Oro, che consiste in un semplice e pratico piano d’azione step-by-step che aiuta in primis a prendere maggiore consapevolezza nei confronti di questi ospiti “unconventional”, e di conseguenza a trasformare il food cost in food marketing, a fidelizzare ancor di più la clientela, a migliorare continuamente la brand reputation, e a trasformare questi ospiti in Glocal Ambassadors affinché influiscano nel generare nuove prenotazioni.

A conclusione del pomeriggio si è tenuto un Unconventional Breakfast modalità “happy hour”: un piccolo viaggio attraverso l’Italia dove verranno presentate alcune colazioni “unconventional” (dolci e salate) create, in questi ultimi anni, dalla Lady Chef Viaggiante Creativa Debora Meduri (tra le protagoniste dell’ultima Challenge online durante la pandemia).

In questo libro, pratico e diretto, Concetta provoca e fa riflettere: “Siamo proprio convinti che basta proporre qualche prodotto confezionato e abbiamo fatto il nostro dovere? Perché alcuni clienti si fingono allergici e non ci dicono la verità su cosa possono o vorrebbero mangiare? Perché non si fidano di noi? Quali sono le loro preoccupazioni principali? Cosa desiderano realmente e che tipo di esperienze vogliono vivere?

 

Molti i temi interssanti in questa guida: l’identikit degli Unconventional Foodies, insieme ai numeri a livello globale, ai trend alimentari e alle nuove tipologie di viaggiatori; come leggere nella mente di queste persone (anticipare le richieste invece di aspettare che sia il cliente a chiedere); come evitare gli errori comuni che vengono commessi da tutte le strutture ricettive (indipendentemente dalla categoria, dalle stelle o dalla grandezza); quali sono le credenze limitanti (e le resistenze) degli operatori che impediscono di lasciare ricordi indelebili nelle vite di questi viaggiatori; come selezionare e coinvolgere i produttori locali in operazioni di co-marketing; come selezionare e motivare il proprio staff; come comunicare in modo efficace con questi ospiti (face to face, sul buffet, sulla carta colazione, sul web e sui social); come creare colazioni vegane, senza glutine, senza lattosio, energetiche (per sportivi), halal-friendly e kosher-friendly; come sviluppare un incredibile Storytelling Breakfast.

Infine, troveremo una linea guida che porta a ripensare e creare da zero tutta l’esperienza della colazione: dalla riscoperta di prodotti e ricette tipiche, rivisitate anche con ingredienti adatti agli Unconventional Foodies, a come tirar fuori un nome accattivante, a come aiutare anche i bambini quando viaggiano con la famiglia e/o con le società sportive a sentirsi più inclusi e quindi meno “diversi”, a come evitare gli sprechi alimentari durante il momento più importante della giornata.

L’autrice prosegue: Questo non é un libro che dice semplicemente cosa certi ospiti possono o non possono mangiare, per quello c’é Google! Qui si va oltre! Si dà un’anima al breakfast. Tutto è cominciato quando dal 2008 scoprii anch’io di avere alcune intolleranze alimentari, poi trasformatesi in nuove abitudini e stili alimentari! E il problema principale, quando viaggiavo, era appunto la colazione negli hotel (di qualsiasi categoria), soprattutto le risposte infelici degli operatori. E da allora decisi che c’era bisogno di cambiare il modo di fare ospitalità e accoglienza nei confronti di queste tipologie di foodies.”

I ricavi del libro verranno devoluti all’associazione non profit BOOKS for PEACE, con l’obiettivo di creare delle borse di studio per i giovani che vorranno approfondire le tematiche dell’inclusione e della sostenibilità.

Foto di copertina: https://it.depositphotos.com/

 

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