Vinitaly 2024, lo stato dell’arte del vino italiano

Vinitaly 2024, lo stato dell’arte del vino italiano

Dopo le fiere di Parigi e Prowein un po’ sotto tono, Vinitaly apre con presenze in pompa magna. Il vino italiano come sta? Malato immaginario o influenza stagionale, che può sparire o diventare pandemica? Niente allarmi, niente terrorismo! Ma occorre correre urgentemente ai ripari. Sacrifici? Scelte? Difficoltà? Rinunce? Abbandoni? Certamente bisognerà fare tutti qualche passo indietro, un po’ di lacrime, cambi di distretti, nuove strategie produttive e tanta attenzione alla domanda!

Il futuro non è fatto di vivacchiamento, di solo online e vendita diretta che certamente aiutano, come anche l’Horeca di prossimità, ma occorre una visione. Il vino è l’asset portante del made in Italy? Dimostriamolo nei fatti e non a parole.

Ottima occasione per le cantine presenti. Logistica e immagine sempre in crescita e ovviamente una risposta di alto livello rispetto alle concorrenze fieristiche. All’inaugurazione erano presenti quattro ministri in carica, ex ministri e commissari UE ed ex ministri e governatori seduti in platea. Luca Zaia a fare da padrone di casa.

Vinitaly è un brand del vino nazionale, non di una città, un brand che all’estero rappresenta con decine di presenze un’ambasceria in stretto collegamento con le ambasciate e i consolati. L’edizione 2024 (la numero 56) si può caratterizzare per essere – parole dei ministri Sangiuliano, Tajani, Urso, Lollobrigida, ma anche del vice sindaco di Verona e Zoppas presidente Ice – rivolta alla cultura del vino, alla cultura del buon vivere, del buon gusto e del buon senso, sopratutto in un momento in cui il mondo produttivo vitivinicolo e manifatturiero in generale necessita di un forte cambio di passo di fronte ai mutamenti climatici, ambientali, economici e agli eventi belligeranti.  Ecco che il vino deve essere dunque messaggero di unione tra le persone e di scambi pacifici fra popoli diversi.

Giampietro Comolli

 

150 aziende presenti di cui il 10% dall’estero

Una superficie espositiva quasi raddoppiata, aziende presenti in fiera in crescita del 25%, sedici categorie merceologiche e due tensostrutture dedicate. Spegne così 25 candeline Enolitech, il salone internazionale destinato all’innovazione tecnologica applicata alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage fino all’oggettistica a Veronafiere, in contemporanea a Vinitaly. Un comparto che, secondo un’analisi dell’Osservatorio Uiv – Vinitaly e Prometeia, registra 20mila addetti, per un fatturato di quasi 3 miliardi di euro. Sono 150 le società enotech italiane e internazionali leader presenti nel padiglione F di 7.600mq che quest’anno, a livello di partecipazioni estere, annovera Cina, Spagna, Francia, Ungheria, Taiwan e Polonia, circa il 10% del totale delle società enologiche presenti.

In vetrina, il meglio delle soluzioni high-tech e digital per il settore dai software pensati la viticoltura ai macchinari per l’imballaggio e il trasporto senza dimenticare i servizi dedicati a spedizioni e logistica, sempre più centrali nelle attività della filiera produttiva e i più avanzati sistemi di tracciabilità e anticontraffazione. Spazio anche ai complementi enoici come calici, capsule, etichette e tappi oltre alle attrezzature quali botti, barrique, tini e barili e gli arredi per cantine, enoteche e ristorazione.

Tra le novità più curiose e innovative, i sistemi in grado di mappare tramite tablet i processi produttivi dal vigneto alla cantina, i servizi di wine delivery che consegnano a casa il vino in soli trenta minuti fino alle glacette capaci di mantenere in maniera costante la temperatura più adatta in base alla tipologia della bevanda. Torna poi in auge anche la terracotta, in particolare con il ritorno all’uso delle anfore per l’invecchiamento del vino.

 

Non solo extra vergine, ma anche olive da tavola

In concomitanza con Vinitaly vi è anche la 28ª edizione di SOL, International Olive Oil Trade Show, esclusivamente dedicato ad uno dei comparti simbolo dell’agricoltura mediterranea e un ampliamento delle aree di riferimento, che comprendono oltre all’olio extravergine di oliva anche le olive da tavola, i sott’oli e prodotti a base di olio di oliva come le paste spalmabili, gli oli aromatizzati, cosmetici e nutraceutici.

L’apertura a nuove aree merceologiche inaugura un percorso pluriennale che si inserisce nel Piano strategico 2024-2026 di Veronafiere, mirato a riposizionare tutti i brand dell’area wine&food ancora di più in chiave di business e, per il comparto dell’olio di oliva, ha in fase avanzata di elaborazione un progetto fieristico che si concentrerà anche sull’innovazione tecnologica. Target di SOL sono i settori Horeca, Superhoreca, trade e gastronomie del lusso, con una presenza di operatori professionali dall’Italia e dall’estero, grazie all’incoming condotto da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia e che registra una presenza di circa 50 buyer internazionali.

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