Alberghi e strutture ricettive, come ottenere il superbonus dell’80%

Alberghi e strutture ricettive, come ottenere il superbonus dell’80%

Superbonus 80%, arriva il credito d’imposta per gli alberghi, gli hotel e le strutture ricettive che effettuano interventi di riqualificazione energetica

Il Commento

Il 27 ottobre 2021 scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto per accelerare l’attuazione del PNRR: 500 milioni di euro sono destinati al credito d’imposta e per contributi a fondo perduto destinati alla riqualificazione delle strutture alberghiere. Non sono cifre enormi per la reale esigenza del patrimonio alberghiero italiano che è tra i più vetusti d’Europa, ma è comunque un segnale che si spera funga da volano anche per investimenti privati.

In occasione dell’Hospitality Day 2021 di Rimini che si è svolto qualche giorno prima dell’approvazione del decreto, abbiamo registrato un particolare fermento e raccolto personalmente le aspettative di molti operatori, registrando il sentimento di attesa del comunicato del Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il quale in quell’occasione aveva anticipato che “…a breve arriverà un decreto che punta a migliorare la qualità delle strutture ricettive: parliamo dell’80%, quindi un credito di imposta, con relativi finanziamenti garantiti a lungo termine, attorno ai 2 miliardi di euro. Questo piano ha un orizzonte temporale da qui al 2026 con l’obiettivo di innalzare la qualità delle strutture ricettive …”

Il riscontro è arrivato e ora noi per primi, in qualità di progettisti, siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di “costruire” risposte adeguate.

Gli strumenti previsti dal decreto sono vari; dal sito di Repubblica del 27 ottobre:

“… Il grosso dell’intervento riguarda l’atteso ecobonus all’80%: un credito d’imposta (da usare in compensazione o cedibile) per le spese sostenute per il miglioramento delle strutture ricettive (efficientamento energetico, riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche, piscine e attrezzature termali, digitalizzazione).

Per questi stessi interventi è previsto un contributo a fondo perduto da 40mila euro, anche indipendente dal credito d’imposta; il contributo può crescere di ulteriori 30mila euro se almeno il 15% dell’intervento prevede innovazione digitalizzazione e innovazione in chiave tecnologica delle strutture; di altri 20mila euro per le imprese femminili o gestite da giovani; e ancora di 10mila euro per le imprese del Mezzogiorno. Il limite massimo del fondo perduto (erogato a lavori conclusi o con un anticipo del 30% in caso di fidejussione bancaria) resta 100mila euro e comunque non oltre il 50% dei costi sostenuti per l’intervento.

Sempre in capo al settore turistico, si prevede la nascita di una “Sezione speciale turismo” nel Fondo di garanzia per le Pmi (358 milioni al 2025) per sostenere i finanziamenti fino a 5 milioni alle attività turistiche.

Arriva poi il Fondo per gli investimenti nel settore turistico, per contributi diretti pari al 35% della spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale tra 500mila e 10 milioni di euro, da realizzare entro la fine del 2025.

Per la parte di spese non coperte dal Fondo si prevedono finanziamenti agevolati a 15 anni a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. Infine, c’è anche un credito d’imposta al 50% per lo sviluppo digitale di agenzie e tour operator…”

Come studio di architettura stiamo assistendo da tempo, ma ora ancora di più, ad una trasformazione essendo oramai chiamati non solo a definire il “design” del progetto ma anche tracciare i percorsi più idonei a strutturare una risposta completa e coerente ad un quesito complesso, con l’obiettivo del “chiavi in mano”.

Nella fattispecie dei bonus, incentivi e finanziamenti, per il rilancio di uno specifico settore, la nostra esperienza ci fa dire che, a seguito dell’impianto legislativo, si devono attendere i termini applicativi della norma per poi attendere un fisiologico periodo di “prova” per verificarne l’effettiva operatività. Seguono poi i necessari correttivi alle criticità e quindi una successiva fase di stabilizzazione delle procedure. Nel frattempo, le scadenze per l’ultimazione degli interventi che diano titolo alle incentivazioni, parlano, a seconda dei casi, di fine 2024 e 2025, ciò significa che il futuro è già qui.

Un consiglio: gli operatori sollecitino e stimolino una capacità precipua del progettista: l’attitudine alla previsione. Nel momento in cui il legislatore delinea una prospettiva ma non chiarisce i termini e i mezzi, la sensibilità del progettista nello strutturare scenari, costruiti sulla chiarezza di visione dell’imprenditore, è uno degli strumenti più efficaci per cogliere le opportunità, soprattutto laddove l’impianto generale del decreto ha da subito chiarito che le richieste di finanziamento verranno accolte salvo l’esaurimento dei contributi.

Ciò comporta che per non trovarsi domani, a pratiche approvate ma senza più fondi che possano finanziare l’idea progettuale, bisogna attivarsi fin da subito intraprendendo il percorso in maniera coerente e concreta, coinvolgendo tutti gli attori senza dispersione di tempo.

Arch. Pietro Cantù

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