Buone le presenze 2023, specie le estere. Manca però il personale qualificato

Buone le presenze 2023, specie le estere. Manca però il personale qualificato

Il 2024 appena iniziato conforta e rassicura il settore turistico alberghiero in quanto, complice il bel tempo, anche l’inverno nelle vallate montane non ha patito per lo scarso innevamento e la neve, giunta a vacanze finite, è sempre gradita dagli operatori turistici della montagna e rassicurante per i prossimi mesi, sino ad una Pasqua che quest’anno arriverà molto presto.

Secondo i dati di bilancio più recenti, curati dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti, le presenze nelle strutture ricettive del 2023 sono state di 445,3 milioni, con un aumento dell’ 8,1% sia rispetto allo scorso anno che anche al periodo pre pandemia, quando le presenze dei turisti erano state 436,7 milioni, cioè di 8,6 milioni in meno.

L’andamento positivo è dovuto soprattutto agli stranieri che hanno dato un contribuito determinante a questa performance: le presenze estere segnano il +13,7% sul 2022 e in valori assoluti si attestano ad oltre 228,5 milioni. La crescita del mercato italiano è inferiore per le cause che conoscete: segna un aumento del +2,8% sullo scorso anno, per un totale di 216,8 milioni di pernottamenti.

Nel ricettivo alberghiero la stima di crescita del comparto è del +9,3% con le presenze turistiche che si attestano a 276,2 milioni, mentre l’extralberghiero si fermerebbe al +6,1% con 169,1 milioni di pernottamenti. Tutte le aree-prodotti registrano aumenti della domanda turistica. Sempre apprezzate nel 2023 le strutture ricettive di città e centri d’arte che ottengono il primo posto della classifica (+11,4%) e della montagna (+11,1%). Dati ugualmente positivi anche per le strutture delle aree rurali e collinari (+10,3%) e del termale (+10,2%). Buoni i risultati anche per le località dei laghi (+9,6%) e di altro interesse (+9%) a scapito del balneare (solo +3%), penalizzato dal minore flusso nazionale.

Per quest‘anno emerge anche qualche elemento di incertezza: per il 59,6% delle imprese intervistate la prima parte dell’anno dovrebbe caratterizzarsi con un trend di stabilità (nel primo trimestre 2023 la crescita della domanda raggiunse il +30%). Mentre per un 20% circa le aspettative sono di un incremento dei flussi; un restante il 20,7% pensa che si potrà avere un decremento dei flussi. Tra questi ultimi vi sono gli imprenditori delle località marine e delle aree rurali e collinari.

Vi riporto una dichiarazione recente del ministro del turismo Santanchè che questa volta condivido: “L’ampia offerta turistica italiana -che non ha eguali nel mondo- deve costituire un punto di forza non solo durante le stagioni tradizionali, ma anche al di fuori di esse. Nonostante i dati positivi registrati durante l’alta stagione, l’obiettivo principale è promuovere la crescita del turismo in tutti i periodi dell’anno, affrontando con determinazione la cruciale sfida della destagionalizzazione”.

Questo è indispensabile se vogliamo crescere con maggiore organicità e alzando l’asticella che ci vede ancora solo al 5° posto tra i Paesi più visitati nel mondo, ad un passo dalla Cina! E’ una posizione che può e deve essere migliorata ma non va chiesto solo all’imprenditore turistico di agire: per rendere più attrattivo il Bel Paese ci vogliono strutture e servizi adeguati. E’ questo il compito di una politica seria e concreta, ma ci sembra un passo tutt’altro che prossimo all’attuazione.

L’importanza della formazione

Accogliamo con molto interesse il fatto che il Ministero dell’Istruzione e del Merito destinerà alcuni fondi del PNRR per ‘Istruzione e Ricerca’ mirati alla formazione intermedia, che verranno destinati al sistema nazionale degli Istituti tecnici superiori (ITS) i quali si trasformeranno in Academy, come leggerete nel nostro servizio in questo numero. I corsi regionali, che formano professioni altamente specializzate, si rivolgono a giovani e adulti in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore, richiestissimi dalle imprese turistiche. L’ITS è un sistema ancora poco utilizzato, se non in alcune regioni quali il Veneto e l’Emilia-Romagna con una eccellente tradizione turistica che sanno utilizzare i giusti mezzi per mantenerla adeguata alle necessità di un turismo che cambia ed evolve rapidamente.

Ora il progetto nazionale dovrà saper rispondere ai fabbisogni formativi di tutte le imprese turistiche, mettendo a disposizione dei giovani che cercano una professione nel turismo eccellenze, esperienze e competenze, per offrire alle imprese ricettive giovani preparati e motivati, più che mai necessari per la nostra offerta turistica.

Giulio Biasion

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