Diventare Manager: tutti i segreti dell’ospitalità

Diventare Manager: tutti i segreti dell’ospitalità

In un momento storico in cui si cercano nuove risposte all’attuale emergenza sanitaria, l’innovazione frugale si chiarisce nelle 4 R., le parole chiave che identificano questo approccio: riutilizzare, ricombinare, reimpiegare, rapidità

di Palmiro Noschese

Il tema dell’innovazione frugale è estremamente attuale e mi sta particolarmente a cuore perché rispecchia il mio modo di pensare. Negli anni, la parola “crisi” ha fatto parte della quotidianità di tutti noi. I mercati hanno subito una pressione fortissima e molte organizzazioni non hanno retto il colpo. A dispetto di questo quadro quantomeno drammatico, è possibile e opportune individuare gli aspetti positivi della crisi: i grandi cambiamenti, di cui abbiamo parlato poco fa, generano grandi criticità e disagi, ma anche nuove opportunità per le aziende. Clienti, utenti, consumatori sempre più digitalizzati e informati spingono le organizzazioni – che dal canto loro subiscono anche richieste interne di collaboratori e dipendenti – sempre di più verso l’innovazione. Ma siamo sicuri che sappiamo di cosa stiamo parlando quando citiamo l’ “innovazione”?

La difficoltà non è solo quella di attribuire un significato circoscritto a questa complessa parola, ma anche quella di condurre una corretta analisi dei tempi e delle epoche. Infatti, la cultura organizzativa attuale, di cui facciamo parte, è nata quando l’innovazione non aveva ancora investito in maniera così totalizzante le organizzazioni ed era appena una delle tante variabili da prendere in considerazione. Era, quindi, una competenza di una cerchia ristretta di manager. Per molto tempo, le imprese hanno gestito l’innovazione investendo su progetti specifici e circoscritti. Questa logica oggi non può più essere valida: la capacità di generare innovazione è la principale richiesta del mercato ed è il principale indicatore del vantaggio sui competitor. L’innovazione, ormai, non è più intesa come un evento facilmente individuabile a seguito del quale vengono introdotti profondi cambiamenti.

L’innovazione è, invece, strettamente legata al concetto di continuità e, per stare al passo con le richieste e, spesso, con le pressioni del mercato, richiede alle organizzazioni costanza e velocità. Alla luce di questo, è chiaro che quando parliamo di innovazione non ci riferiamo più esclusivamente a quella tecnologica, ma a un qualcosa che riguarda tutto il funzionamento dell’organizzazione: il modo di lavorare, l’identità aziendale, la comunicazione.

E qui siamo al nocciolo della questione: “innovazione frugale” è la definizione data a questa trasformazione. Parliamo quindi di un’innovazione a cui non sono stati assegnati budget specifici come in passato, ma che coinvolge totalmente l’assetto dell’organizzazione. Il primo libro sull’innovazione frugale è Jugaad innovation di Navi Radjou (Rubbettino Editore). L’autore, un consulente indiano, è membro accademico del World Economic Forum e vive nella Silicon Valley. Jugaad innovation mette in risalto la mentalità “frugale” di imprenditori molto capaci che hanno saputo inventare soluzioni di successo per affrontare la crisi pur non disponendo di risorse finanziarie sufficienti. La parola Jugaad è hindi e significa “soluzione improvvisata” frutto dell’ingegno e della forza di volontà.

Quindi, il messaggio è questo: si possono realizzare soluzioni innovative senza budget dedicati!

L’importanza del messaggio, di cui il libro di Navi Radjou si fa portavoce ha attirato l’interesse di molte organizzazioni occidentali, soprattutto quelle che erano fortemente in affanno di fronte ai disagi generati dalla crisi. Quello di cui anche le strutture occidentali avevano bisogno era, infatti, un miglioramento della produzione e un ripensamento dei modelli organizzativi e dei modi di interagire con i clienti: c’era, in definitiva, la necessità di creare valore per sé stessi e verso l’esterno.

A seguito del successo di Jugaad innovation, l’Economist ha chiesto all’autore di raccogliere in una nuova pubblicazione le best practice in riferimento alle economie sviluppate. Il nuovo libro si intitola Frugal innovation (Rubbettino Editore) e individua sei principi dell’innovazione frugale:

  1. coinvolgere e ripetere;
  2. rendere flessibili le proprie risorse;
  3. creare soluzioni sostenibili;
  4. modellare il comportamento dei consumatori;
  5. creare valore con i prosumer;
  6. scegliersi partners

Il libro presenta esempi concreti di come aziende, anche molto conosciute come Auchan, Renault, Nissan, General Electric, Amazon, Siemens, si stiano impegnando per applicare e consolidare la mentalità frugale.

Molte di queste aziende stanno applicando alcuni dei fondamenti dell’innovazione frugale, come la sharing economy: nel Nord America, due aziende produttrici di dolciumi, Ferrero e Hershey, condividono i magazzini e i mezzi per la distribuzione dei loro prodotti.

Un altro principio applicato da alcune organizzazioni è quello della co-creazione. Ne è un esempio il gruppo Auchan, che ha ottenuto guadagni notevoli sulla produzione di due oggetti – una teiera che rimuove le foglioline del tè dopo l’infusione e uno strumento che tiene in equilibrio una torta sul sedile mentre la macchina è in movimento – tramite il coinvolgimento dei clienti ai quali era stato chiesto di inviare idee per progetti innovativi.

Questi sono pochi esempi, ma lampanti, per illustrare come ricavare grandi opportunità dalla crisi. Per completare il discorso e fornirvi una panoramica più completa sull’argomento, ecco una sintesi dei comportamenti da adottare per agire in una logica di innovazione frugale:

  • adattarsi alle circostanze;
  • pensare in termini di flussi, non di elementi;
  • analizzare attentamente la cornice di un problema, prima di concentrarsi su di esso;
  • considerare risorsa tutto ciò che è a portata di mano;
  • considerare risorsa anche ciò che è a portata di mano dei partner o collaboratori;
  • domandarsi di frequente chi altro possa beneficiare di una determinata risorsa;
  • essere antiburocratico;
  • ricordare che il bicchiere, ancor prima di essere mezzo pieno o mezzo vuoto, può essere riempito un’infinità di volte;
  • compiere scelte sostenibili.

L’innovazione frugale è, dunque, una promettente opportunità che dovremmo tutti saper cogliere e utilizzare per affrontare le sfide nel modo più opportuno ed efficace.

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