I punti di forza degli Istituti Alberghieri

I punti di forza degli Istituti Alberghieri

Stando al trend degli ultimi anni, nel prossimo decennio la popolazione scolastica passerà dai 7.2 milioni di studenti nell’anno scolastico 2023/24 a circa 6 milioni nel 2033. In una situazione di per sé sbilanciata in cui attualmente il 51,4% frequenta un Liceo, il 31,7% un Istituto tecnico e soltanto il 16,9% un Istituto professionale. E gli Istituti professionali di stato per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (IPSEOA) non fanno eccezione. Alla luce delle nuove normative introdotte per la scuola superiore e per gli istituti professionali abbiamo voluto intervistare una figura autorevole di questo specifico settore, quello che maggiormente interessa ad albergatori e a ristoratori, intervistando il Presidente di Re.Na.I.A. Prof. Luigi Valentini.

D: Quali sono i punti di forza degli Istituti Alberghieri oggi?

R: Sicuramente il punto di forza più importante risulta essere il lavoro che ogni scuola svolge quotidianamente, compatibilmente con le poche risorse a disposizione, quotidianamente ormai da diversi anni. In particolare dal 2019 abbiamo realizzato alcune convenzioni per valorizzare l’azione delle scuole per rafforzare il legame con il territorio, tra cui Fipe e Federalberghi. Tale alleanza rappresenta la filiera formativa orientata alla ristorazione, all’ospitalità alberghiera e più in generale all’accoglienza turistica di qualità. Il completamento della necessaria e fondamentale filiera si può raggiungere con il diretto coinvolgimento dei produttori agricoli presenti in tutte le regioni italiane che possono permettere la fruizione della biodiversità dei prodotti di eccellenza, per la valorizzazione della cucina italiana che si identifica nella cucina regionale.

D: Quale sarà il ruolo dell’Istituto Alberghiero da qui in avanti?

R: Il percorso di filiera appena rappresentato, è fondamentale in quanto dovrà contestualizzarsi nella progettazione curricolare, che si sviluppa non più con discipline tradizionali, distinte, che agiscono separatamente con un programma ministeriale, ma con lo sviluppo di unità didattiche di apprendimento, le cosiddette U.D.A.

D: Ci spieghi meglio l’importanza e in cosa consiste l’Unità Didattica di Apprendimento.

R: Con U.D.A. si intende un complesso di attività, molto spesso transdisciplinari, unite da una tematica comune e affrontate (grazie ad una varietà di strumenti) in un lasso temporale più o meno dilatato; quindi si intende un percorso formativo interdisciplinare guidato dal docente attraverso diverse metodologie didattiche che punta a rendere protagonista lo studente e lo sviluppo delle sue competenze. L’approccio all’unità didattica di apprendimento è pianificato con l’obiettivo di ampliare le conoscenze e le abilità dei ragazzi stimolandone la cooperazione, la capacità di “problem solving” e l’autonomia di lavoro nell’elaborazione e presentazione di un progetto, inserito in una macro-tematica stabilita precedentemente, a monte. La particolare e ampia area di pertinenza , che spazia dall’agroalimentare al turismo, è praticabile solo dagli Istituti Alberghieri, che costituiscono un UNICUM nell’Ordinamento Scolastico vigente e ne determina l’identità.

D: Ma la frammentazione nei programmi regionali, che va benissimo sull’enogastronomia perché abbiamo le cucine regionali, su certe tematiche non può essere discutibile? Ad esempio ci sono dei punti fermi dove il servizio di sala è uguale in tutto il mondo, non solo in Italia…

R: Non è corretto il concetto di frammentazione, in quanto la cucina regionale si può realizzare con tanti e differenti percorsi strettamente legati alle esigenze del territorio sempre e comunque finalizzati al raggiungimento delle competenze previste dal profilo unitario. Le competenze che permettono agli studenti di svolgere anche il servizio di sala sono comprese nel sopra citato profilo unitario. Il raggiungimento di tutte le competenze dello stesso profilo, più volte citato, saranno certificate con il superamento dell’Esame di Stato.

D: Sappiamo purtroppo del calo di iscritti in atto da qualche anno: ha qualche dato da fornire ai nostri lettori?

R: Il primo dato che le posso fornire riguarda la scuola che dirigo. Per l’a.s. 2023/2024 abbiamo avuto un aumento sostanziale di iscritti. A livello nazionale non abbiamo avuto nessun calo ma un aumento dello 0,2 % , quindi un consolidamento. Certo, il calo c’è stato, ma ci si può riferire a qualche anno fa, in particolare dal 2016 al 2020.

D: Vi siete mossi per cercare di promuovere maggiormente scuola, programmi, etc. per superare questa fase?

R: Le scuole alberghiere lavorano sulla qualità e rappresentano in modo capillare il territorio. Esiste una stretta e consolidata collaborazione con tutti gli enti del territorio che richiedono quotidianamente la collaborazione e le professionalità degli Istituti Alberghieri per l’organizzazione di svariate attività legate alla ristorazione e all’accoglienza, e le scuole, istituendo dei Tavoli territoriali con la partecipazione di tutti gli attori principali coinvolti finalizzati alla co-progettazione per il miglioramento della formazione degli studenti.

D: Certo diventa naturale collaborare. Si parla anche di aggiornamento degli insegnanti: verrà fatto anche per i professori di ruolo, che già insegnano nei vostri istituti, o solo per quelli non di ruolo o solo negli ITS?”

R: Ogni anno Re.Na.I.A. organizza attività di formazione per tutti i docenti, con particolare attenzione agli ITP che caratterizzano l’identità delle scuole alberghiere.

D: Sono previsti e proseguono sempre gli scambi con le scuole all’estero?

R: L’internazionalizzazione di tutte le scuole alberghiere rappresenta uno dei principali obiettivi da raggiungere. Da sempre molte scuole alberghiere italiane sono gemellate e hanno rapporti continui con diverse scuole europee e non solo. Inoltre Re.Na.I.A., per le scuole che non hanno avuto ancora la possibilità di instaurare relazioni con partners stranieri, mette a disposizione contatti e interlocuzioni di competenza.

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