Il destination wedding tra sociologia del turismo ed economia del territorio

Il destination wedding tra sociologia del turismo ed economia del territorio

Il ricordo di una grande professionista del Wedding.

Nota e apprezzata professionista del turismo organizzato, instancabile organizzatrice di eventi, vulcanica promotrice di idee originali, Bianca Trusiani è prematuramente scomparsa lo scorso dicembre poche settimane dopo la pubblicazione de Il Manuale del Destination Wedding. Un’opera preziosa e unica che racchiude tutte le conoscenze e le competenze maturate in trent’anni e più di carriera come agente di viaggi e destination manager.

 

Curiosa del mondo: così era Bianca Trusiani, che il suo primo viaggio internazionale lo aveva fatto quando a malapena muoveva i primi passi. “Non avevo neppure un anno e mezzo, e la mia sorellina Catia appena tre mesi, quando i miei genitori affrontarono un lungo giro in automobile per visitare l’Europa dell’Est, superando confini che non esistono più. Quando avevo dieci anni e ormai tra fratelli e sorelle eravamo in cinque, visitammo il Sud Africa, gli Stati Uniti e il Canada. E poi ancora, fra le tante altre mete, il Brasile, le Hawaii e naturalmente l’Europa e le sue capitali…“. Una storia che amava raccontare agli amici e che si può leggere anche nelle prime pagine della sua ultima fatica, Il Manuale del Destination Wedding.

Non sorprende dunque la scelta di diventare, poco più che ventenne, agente di viaggio: una carriera nella quale aveva saputo infondere tutto il suo spirito eclettico e la sua cultura di esperta conoscitrice dei luoghi. L’incontro con il destination wedding era maturato nell’ultimo decennio sulla scorta dei viaggi di nozze che costituivano una parte sempre più significativa dei suoi interessi professionali, tanto da aver depositato il marchio Wedding and Travel con un logo di accattivante genialità, due impronte digitali sovrapposte a formare un cuore.

Nel Manuale, però, la prospettiva non indulge al romanticismo che quasi sempre caratterizza l’argomento, a dispetto del ricchissimo apparato iconografico che spesso raffigura coppie felici e paesaggi da sogno. L’opera, oltre quattrocento pagine, si rivolge infatti in prima istanza ai professionisti, agli imprenditori, ai manager, seguendo il filo rosso di un concetto elaborato e perseguito dall’autrice con riconosciuta competenza: ogni località, anche se apparentemente povera di attrattive come ambientazione per un matrimonio, può diventare una wedding destination di successo. Il segreto? La messa a sistema del territorio e della sua filiera produttiva e di servizio, in modo da creare un circolo virtuoso di collaborazione attiva che permette di collocarsi con proposte originali e competitive nell’affollato panorama mondiale del turismo legato agli eventi matrimoniali.

Bianca Trusiani con Giulio Biasion dopo una conferenza stampa all’Enit

Questa, fa capire Bianca Trusiani, è la regola da seguire per trasformare un luogo in una meta d’eccezione, e non manca di fornire tutte le indicazioni teoriche e pratiche per concretizzare il progetto. Non è un caso che ricoprisse il ruolo di presidente del comitato tecnico-scientifico della piattaforma Buy Wedding in Italy – incarico al quale si dedicava con appassionata energia – e che curasse seminari, corsi e incontri di formazione per atenei, istituzioni, enti turistici e camere di commercio, conquistando l’apprezzamento e la stima e di migliaia di operatori e colleghi.

Alla rigorosa dimensione didattica della trattazione fa da contraltare, attirando anche un pubblico di lettrici e lettori non professionali, una corposa serie di approfondimenti che spaziano tra storia, geografia, tradizioni popolari, costume: dalle usanze matrimoniali di ieri e di oggi alla couture per lei e per lui, dai personaggi che hanno ispirato la moderna organizzazione dei matrimoni (primo fra tutti Leonardo da Vinci, maestro di cerimonie per il ducato sforzesco) alle fiction che hanno raccontato l’evoluzione dei sentimenti a cavallo tra il XX e il XXI secolo (basti pensare a Sex and the City), dalla leggenda di San Valentino alle meraviglie della Terra del Fuoco, per citare solo alcuni dei temi che arricchiscono il volume. Una rassegna indimenticabile, frutto di entusiasta dedizione al lavoro, inesauribile istinto di scoperta, generosa condivisione di interessi: doti, fra le tante, che a Bianca non mancavano di certo e che rendono indimenticabile anche lei.

Lucia Iannucci

L’Intervista. Il destination wedding tra sociologia del turismo ed economia del territorio

Il Professor Paolo Corvo

Docente di Sociologia dei Consumi presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, prestigioso ateneo piemontese, Paolo Corvo ha firmato la prefazione al Manuale del Destination Wedding di Bianca Trusiani.

D. Professor Corvo, al di là dell’amicizia che la legava all’autrice, lei ha voluto scrivere la prefazione al Manuale perché ne ha riconosciuto il valore concettuale e formativo. A suo avviso, quali sono i punti chiave che lo rendono un’opera innovativa e sotto certi aspetti rivoluzionaria nell’ambito del destination wedding?

R. Bianca Trusiani era una grande persona e una cara amica, ha lasciato un vuoto incolmabile nel suo ambito professionale e in tutti quello che la conoscevano. Ha compiuto un lavoro di grande valore, che ha portato a termine con coraggio e determinazione nonostante la malattia e il periodo pandemico, che ha dato un duro colpo al mondo del turismo. Leggendo il Manuale si colgono subito la grande preparazione, l’approccio multidisciplinare, l’esaustività della trattazione. Mentre il testo scorre si apprezza il felice equilibrio raggiunto tra intento divulgativo e profondità scientifica. Il manuale mostra bene come le maggiori responsabilità acquisite abbiano modificato la funzione del destination wedding planner, che oggi si trova a coordinare numerose figure professionali con modalità di gestione manageriali, sempre con un grande legame con il territorio. All’interno del manuale vengono descritti i modelli più tradizionali di wedding accanto alle forme più innovative e talvolta anche bizzarre, ma non per questo meno ricercate. Bianca è riuscita nell’impresa di farci pensare e sognare allo stesso tempo.

D. Nelle dinamiche turistiche attuali e del prossimo futuro, largamente influenzate dalla pandemia da Sars-Cov2, ritiene che il destination wedding possa conservare ed eventualmente accrescere la sua attrattiva?

R. In effetti la pandemia sta provocando profonde trasformazioni nel mondo del turismo.  In Italia ha portato alla riscoperta dei viaggi di prossimità nelle aree interne, con parole chiave come sicurezza, sostenibilità, mobilità lenta. In questo quadro il destination wedding può ritrovare slancio, anche a livello internazionale, con una particolare attenzione al territorio, ai prodotti enogastronomici locali, al turismo slow. Sarà necessario uno spirito innovativo e flessibile degli operatori, sperando che leggano il Manuale di Bianca.

D. La prematura scomparsa di Bianca Trusiani ha reso il Manuale del Destination Wedding una sorta di testamento della sua lunga e intensa carriera nel mondo del turismo e dei viaggi. Quale potrebbe essere il modo migliore per raccogliere il messaggio e continuare a renderlo produttivo?

Sarebbe un peccato per il mondo del destination wedding che il Manuale non venisse diffuso nel nostro Paese con presentazioni nei centri di maggiore dimensione e nelle principali località turistiche. Pensando al coinvolgimento degli operatori e delle istituzioni, in una prospettiva sinergica. Vedrei bene intitolare a Bianca l’Osservatorio che da alcuni anni raccoglie dati e informazioni sul fenomeno. Immaginando anche di organizzare un convegno di studi e ricerche, che possa ricordarla e proseguire il suo percorso.   (L. I.)

I dati del manuale

Manuale del Destination Wedding – Autore Bianca Trusiani

Numero pagine: 424 – prezzo di copertina: 79,90

 

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