Le difficoltà di ricerca del personale. Un giovane ci racconta le sue esperienze

Le difficoltà di ricerca del personale. Un giovane ci racconta le sue esperienze
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La stagione estiva 2022 è stata una stagione particolare:  da una parte ha contrassegnato il ritorno alla “normalità” con una minore preoccupazione per il “distanziamento” e i sistemi di sanificazione spinta, ma ha evidenziato aspetti rimasti sotto traccia durante gli ultimi due anni: la difficoltà nel reperire personale; i problemi di approvvigionamento di alcuni prodotti o servizi; un forte rilancio della competizione a livello internazionale ed altro, senza dimenticare il pessimo e progressivo impatto che hanno le note vicende internazionali sui costi energetici e a seguire la preoccupante ripresa dell’inflazione.

Questa intervista è animata dall’intento di comporre una riflessione rispetto agli eventi che hanno caratterizzato il lento ritorno alla normalità dopo i dolorosi tempi della pandemia, prendendo in considerazione uno dei fattori che, in generale, ha contraddistinto l’ultimo periodo: le crescenti problematicità nel reperire personale; le difficoltà nel motivare, trattenere le persone al lavoro e adeguarle alle esigenze operative; i costi e le incertezze nella gestione ultima delle cosiddette “risorse umane”.

Alla direzione per la stagione estiva 2022 di un noto hotel 4 stelle di Milano Marittima e in un mondo, quello del turismo che ha palesemente e ulteriormente accelerato la sua spinta al progressivo cambiamento sotto l’impulso delle sollecitazioni raccolte, considerate e apprese, ho avuto modo di entrare in contatto con valide, se non validissime professionalità. Una di queste persone è il Signor Alessandro Lucchi – Maître per la stagione estiva 2022 all’Hotel Torremaura. Una personalità che, oltre al periodo formativo italiano, ha avuto modo di poter vivere un’interessante esperienza in Germania.

Presentazione di Alessandro Lucchi, l’intervistato

Un percorso scolastico e formativo che inizia frequentando la Scuola Alberghiera “Pellegrino Artusi” di Cervia, con il conseguimento del diploma a giugno 2007, al quale si associano corsi e seminari di specializzazione e aggiornamento a 360°: bar, cucina, sommelier.

Il percorso professionale, vede il nostro Alessandro alle prese con le prime stagioni estive già prima del conseguimento del diploma e poi via via fino all’ottenimento di importanti riconoscimenti professionali e quindi fino alla partenza e all’insediamento in Germania, prima con la qualifica di Chef de rang e poi Supervisor e infine a diventare Secondo Maître d’Hotel al Grand Hotel Hessischer Hof di Francoforte sul Meno, per completarsi poi con il rientro in Italia con ruoli di Primo Maître.

Abbiamo chiesto ad Alessandro che ci facesse un confronto tra i sistemi di lavoro adottati in Italia e in Germania e in merito alla carenza di “vocazioni del personale di sala”. Perché ha scelto questa professione, cosa le piace del lavoro che ha scelto?

L’Italia è un paese turistico per antonomasia e il turismo è la vocazione di Cervia, paese in cui abito e vivo. Con il tempo, ho potuto osservare che questo settore poteva offrire diverse e stimolanti possibilità di lavoro.

Perché ha preferito lavorare in sala?

Non mi sono sentito portato per la cucina e, quando ero comunque in dubbio tra sala e ricevimento, ho preferito la sala anche a seguito dell’incontro con dei professori che mi hanno indicato un percorso e fatto ravvisare delle belle opportunità di crescita. Questi incontri hanno acceso in me una fiamma… soprattutto quando mi è stato offerto di partecipare a un corso per bartender e poi a un concorso di cocktail da lì è cresciuto notevolmente interesse per la sala e il bar. Ho realizzato che probabilmente lavorare al ricevimento degli hotel, avrebbe offerto meno spazio all’espressione della mia creatività. Da qui la scelta di proseguire con il percorso della sala/bar.

Come è iniziato il suo percorso professionale?

Sia durante il periodo scolastico, sia successivamente al conseguimento del diploma, ho cominciato a lavorare facendo le prime stagioni estive a Cervia e a Milano Marittima. Il percorso è quello classico: prima commis poi Chef de rang, fino ad arrivare a diventare il primo Maitre all’hotel Conchiglia di Cervia alternando con esperienze nella stagione invernale, prima di tentare l’avventura fuori dai confini.

Con il tramite di un collega sono infine approdato a Francoforte, dove ho iniziato a lavorare come di Chef de Rang. I primi 3 anni ho quindi lavorato in un noto ristorante di Francoforte, piano piano ho avuto modo di conoscere la lingua e ambientarmi in un sistema molto diverso dal mio precedente.

In seguito, ho poi proseguito l’attività in un Grand Hotel 5 stelle lusso di Francoforte, in cui ho potuto lavorare 4 anni, partendo prima con la qualifica di Chef de rang, poi divenuto Supervisor, fino ad approdare alle responsabilità di 2° Maître – un percorso di crescita professionale in cui ho potuto mettere in gioco le mie conoscenze, fare esperienze interessantissime (per esempio dover trattare con nobili e principi dell’alta borghesia tedesca), e strutturare una forte crescita personale e professionale.

Ci parli delle sue esperienze all’estero, come si trovava in Germania?

Mi si è aperto un altro mondo. Vista la difficoltà iniziale derivante dalla lingua – il mio primo datore di lavoro si propose di pagarmi un corso di lingua cui poi non ho dato seguito, perché così ho imparato la lingua tedesca molto velocemente, assorbendo anche un certo grado di comprensione del corretto approccio da utilizzare con una cultura e dei modi di fare molto diversi rispetto a quanto da me conosciuto in precedenza.

Ho poi avuto modo di lavorare con tante persone di nazionalità diverse. La multiculturalità è un dato acquisito nel tessuto lavorativo della Germania. Si lavora fianco a fianco con persone che arrivano da tutto il mondo, oltre che dall’Italia come me – ma mi sono trovato ad essere l’unico italiano presente – ci sono giovani che arrivano da Grecia, Russia, Brasile, Santo Domingo, Messico. Alla fine, forse i nativi tedeschi sul lavoro sono quasi la minoranza.

Ho quindi potuto apprezzare e constatare la “cultura del lavoro”: la professionalità e la preparazione anche dei ragazzini di primo pelo. Arrivano sul lavoro preparati adeguatamente, si vede che le la scuola parte con delle buone basi. In Germania dopo la scuola inizialo “ausbildung”, una sorta di addestramento in cui ti insegnano il lavoro sia con l’alternanza scuola lavoro, ma c’è anche una forte sensibilizzazione alle tematiche del lavoro. Chi frequenta la scuola, poi comunque si deve cercare la struttura in cui poter lavorare – la scuola supporta, filtra, ma lascia poi alla capacità del singolo, lo sbrogliarsi nel reperire l’attività più consona. Di fatto però, la scuola è molto efficace. Le persone arrivano preparate e questo aspetto è anche riconosciuto a giudizio degli imprenditori.

Intervista di Giuseppe Poggi, direttore d’albergo – 1 puntata

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