Formazione immersiva per il turismo del futuro

Formazione immersiva per il turismo del futuro

In questa intervista a Gualtiero Carraro, fondatore e CEO di Carraro Lab, azienda sviluppatrice della piattaforma XR Edulab, scopriamo gli aspetti più interessanti della nuova frontiera del digitale, il Metaverso, e le sue potenzialità applicative in settori come l’educazione e il turismo

Per la scuola, tra la sparizione del banco di legno e il calamaio e l’avvento del metaverso sono trascorsi meno di sessanta anni, eppure sembra un millennio. È la rivoluzione prodotta da internet, di cui il metaverso non è altro che l’evoluzione immersiva.  Una rivoluzione digitale che coinvolge diversi ambiti applicativi, tra cui la scuola e il turismo. Si delinea una visione trasversale, in cui tutti i siti e le pagine attualmente in rete tenderanno a trasformarsi in esperienze immersive. Carraro LAB, pur operando in mercati di nicchia e senza competitors, offre già un ampio ventaglio di soluzioni progettuali per la realizzazione di laboratori finalizzati alla formazione delle professioni digitali del futuro e non solo. E Gultiero Carraro, insieme al fratello Roberto ne è il fondatore e il CEO.

 

A Gualtiero Carraro chiediamo come le tecnologie del Metaverso possano rivoluzionare le modalità di apprendimento.

Le tecnologie del Metaverso, la realtà virtuale e aumentata, hanno un notevole impatto potenziale sull’apprendimento, per diverse motivazioni. In primo luogo si basano sulla simulazione di ambienti, oggetti e processi reali. In settori molto avanzati, come quello aerospaziale, nautico e militare, la simulazione è da tempo utilizzata per il training, ma oggi il Metaverso è alla portata delle scuole di ogni ordine e grado, e può esser applicato sia alle materie curriculari, scientifiche e umanistiche, che alle competenze professionali. Le nuove generazioni sono già abituate alla interazione tridimensionale nei videogame, ma oggi a scuola diventa possibile viaggiare nel tempo, visitare luoghi della terra e dello spazio, far comparire in classe esseri viventi, opere d’arte e strumentazioni tecnologiche.

 

Le aule scolastiche e i laboratori quindi non saranno più come le abbiamo conosciuti finora. Possiamo già immaginare come saranno gli ambienti di apprendimento del futuro?

L’aula tradizionale può diventare il contesto per diverse esperienze immersive, anche senza rilevanti opere infrastrutturali. Abbiamo sviluppato un progetto originale per l’innovazione dell’ambiente di apprendimento, finalizzato alla formazione immersiva. Prevediamo tre modalità didattiche: la prima è lezione immersiva frontale, nella quale il docente interagisce su grande schermo con contenuti virtuali e gli studenti fruiscono di moduli da PC o tablet. La seconda modalità è il laboratorio virtuale, nel quale gli studenti indossano visori VR e grazie a sedute girevoli esplorano mondi virtuali. Infine nell’aula aumentata si prevede uno spazio vuoto al centro, creato spostando ai lati le sedute mobili, dove compaiono oggetti tridimensionali con i quali è possibile interagire anche muovendosi attorno o al loro interno.

 

La sua piattaforma XR Edulab, attualmente in fase di acquisizione da parte delle scuole italiane attraverso il bando Scuola 4.0 PNNR è la soluzione a cui molte scuole oggi guardano. Quali potranno essere le ricadute?

Abbiamo riscontrato un interesse entusiastico da parte di centinaia di scuole italiane, soprattutto le superiori. Forse siamo entrati in contatto con le avanguardie educative più avanzate, ma abbiamo la sensazione che c’è una aspettativa importante e ampiamente diffusa nei confronti di soluzioni come XR Edulab, che integrano le tecnologie con una offerta di contenuti  e nuove modalità di apprendimento.

La scommessa è avviare una evoluzione graduale verso quella che definiamo la “didattica immersiva incrementale”, cioè un processo educativo che parte dalla fruizione di contenuti esistenti, per poi passare alla rielaborazione e personalizzazione, e infine arrivare alla creazione di nuovi contenuti immersivi.

 

La transizione digitale, permettendo nuove forme di cultura, conoscenza e sintesi immersive del sapere, basterà per svecchiare la scuola?

Mi fermerei al concetto di transizione, oggi usato per digital e green, per introdurre l’esigenza di studiare il futuro. La scuola italiana si è sempre occupata del passato, raramente del presente. Transizione vuol dire passare dall’oggi al domani. L’orientamento al futuro, digitale e sostenibile, è la sfida che vorremmo introdurre, soprattutto nel livello degli ITS Academy e delle Università.

 

 

Il progetto Xr Skill per gli Istituti Tecnici e Professionali ad indirizzo turistico-alberghiero mira a sviluppare nuove competenze attraverso laboratori di simulazione virtuale. Potrebbe descrivercele?

Il bando scuola 4.0 richiede lo sviluppo di laboratori per le professioni del futuro, senza peraltro fornire indicazioni più precise. Questa esigenza può essere affrontata con gli immersive media ad un primo livello didattico nella scuola secondaria, e in forma più avanzata negli ITS Academy. Abbiamo sviluppato decine di format laboratoriali, dalle Digital Humanities al Turismo. Si parte dalla creazione di itinerari immersivi all’applicazione del metaverso nell’ospitalità o nel turismo congressuale, mentre  per il food and wine tourism proponiamo l’apprendimento dell’alimentazione sostenibile o lo storytelling immersivo di prodotti tipici.

 

Il meta-tourism è il tema centrale di molti eventi del settore, un passaggio c’è stato anche a Bruxelles nell’ambito della giornata europea del turismo, dove lei era presente con una mostra immersiva. La domanda che tutti si pongono a questo punto è se il metaverso turistico potrà mai sostituire l’esperienza reale del mangiare e viaggiare.

La risposta è no. Non è questo il focus del meta-tourism, che semmai è finalizzato a promuovere e supportare i viaggi reali. È questa la chiave che ci ha portati ad essere scelti dalla commissione UE al presentare le case history realizzate in Italia nel contesto dell’European Tourism Day.

 

Da questa rivoluzione quali vantaggi allora potranno derivare per le imprese e per il turista dall’applicazione del metaverso al turismo?

Intanto partiamo dalla formazione, un settore comunque strategico. Siamo in contatto con le scuole di turismo più importanti del mondo, che ci stanno chiedendo soluzioni per formare i futuri professionisti del travel. Inoltre stiamo già lavorando con molte destinazioni, per creare nuovi servizi, come i meta-borghi o esperienze di time-travel, oppure info point virtuali e musei pervasivi digitali. Molte tecnologie possono essere applicate anche nell’Hospitality. Per i turisti si tratta di avere nuovi servizi, esperienze e contenuti di supporto. Per le aziende ci sono diverse opportunità: cavalcare l’hype mediatico del metaverso per rinnovare il proprio brand, sviluppare cataloghi prodotto e siti web immersivi, creare corsi virtuali di formazione aziendale, utilizzare le tecnologie AR e VR nella comunicazione B2B, ad esempio nelle fiere.

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