Rincari gas, energia, materie prime: allarme di Confindustria Alberghi e Assosistema

Rincari gas, energia, materie prime: allarme di Confindustria Alberghi e Assosistema

Si è svolta a Roma, alla Camera dei Deputati, la conferenza stampa: “Caro energia: è allarme per il settore alberghiero. La crisi energetica dopo due anni di pandemia, impatti sulle imprese alberghiere e sui servizi”, su iniziativa dell’On. Maria Teresa Baldini (Italia Viva) ed organizzata da Confindustria Alberghi e da Assosistema Confindustria. Richiesto al governo l’innalzamento al 25% del credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica, come per le imprese energivore

Le due Associazioni hanno espresso forte preoccupazione per la situazione drammatica che il settore alberghiero e uno tra i suoi principali fornitori, quello dei servizi di lavanderia industriale, stanno vivendo, a seguito dell’incontrollato aumento dei prezzi dell’energia, del gas e delle materie prime, aggravato dal recente conflitto in Ucraina.

“Il settore turistico nel 2019 rappresentava il 14,9% della forza lavoro del Paese e secondo ISTAT, nel solo comparto ricettivo, gli occupati erano circa 300 mila. Lo stop delle attività ha arrestato i flussi turistici che, prima della crisi pandemica, registravano dalla UE oltre 24,5 milioni di arrivi con 82 milioni presenze (pernottamenti), e dall’extra Ue 23 milioni di arrivi e 58,3 milioni di presenze – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Confindustria Alberghi – Un duro colpo che si è tradotto per molte realtà, con particolare riferimento a quelle delle città d’arte, in una perdita di fatturato dell’80%. Il 2022 si era aperto con la possibilità di tornare ad operare sul mercato anche grazie al ritorno dei viaggiatori internazionali ma il dramma della guerra ha scatenato una “tempesta perfetta” colpendo l’economia del Paese e il settore alberghiero”. “Una situazione già difficile – continua la Presidente Colaiacovo – su cui si sta scaricando l’aumento esponenziale dell’energia che ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile tanto più in un quadro caratterizzato da una bassissima occupazione e che anche per questo motivo non può gravare sull’utente finale. Gli alberghi, che affrontano ancora perdite ingenti di fatturato, soprattutto a causa della mancanza del turismo extra EU che sceglie la ricettività alberghiera e si caratterizza da una maggiore capacità di spesa, per definizione non rientrano nella categoria delle imprese energivore ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio.

Nel corso del 2021 la sola componente di gas ha registrato un incremento del costo di quasi il 400%, a fronte di una contrazione del fatturato, che in particolare nelle città d’arte particolarmente colpite dalla crisi, è andata ben oltre il 60%. La quota di fatturato che sarà assorbita dalla componente energetica, secondo le nostre stime, salirà dal 5,2% del 2019 al 20% (+285%)”. “Dati allarmanti, per i quali si rendono necessari interventi strutturali dedicati al settore indispensabili a mantenere in vita le aziende già duramente colpite da oltre due anni di Covid e ora anche dalla guerra. Sosteniamo le azioni del Governo volte ad individuare una strategia di medio-lungo periodo per fissare un tetto massimo al costo del gas ma è necessario un intervento anche nell’immediato per salvare il comparto”, conclude la Presidente di Confindustria Alberghi.

Il Vice Presidente di Assosistema Confindustria, Marco Marchetti ha sottolineato: “L’Osservatorio del Centro Studi di Assosistema Confindustria ha periodicamente analizzato i numeri della crisi delle lavanderie industriali operanti nel comparto turistico (non solo alberghiero ma anche della ristorazione) evidenziando in particolare a dicembre 2021 un calo dell’attività dell’85%, con una previsione per questi primi 3 mesi del 2022 del -65%. Ripercorrendo le conseguenze del periodo pandemico, i numeri parlano da soli: nel 2020 il settore delle lavanderie industriali per il turismo ha registrato una perdita di 395 milioni di euro di fatturato, mentre nel 2021 una perdita di 350 milioni di euro”.

“Le nostre industrie che forniscono un servizio essenziale e indifferibile, quale il noleggio e la sanificazione della biancheria per le strutture alberghiere, garantendo qualità e sicurezza igienica– continua Marchetti – non riescono più a sostenere i rincari delle bollette di gas ed energia ed i costi delle materie prime. I numeri parlano chiaro: sono circa 30.000 mila i lavoratori (di cui il 65% donne) a rischio. La situazione diventa decisamente drammatica se si considerano i valori del 2019 rispetto ai quali, nelle rilevazioni di energia e gas si registrano aumenti, rispettivamente, del +500% e, addirittura, del +800% per il gas (8 volte il corrispettivo del 2019), con una ricaduta del +38% circa sui costi complessivi di servizio di una lavanderia industriale. Basti considerare che una media impresa che opera nel settore alberghiero nei primi tre mesi del 2022 per il solo gas ha avuto un incremento di costi di 300mila euro rispetto al 2019”.

“Il settore turistico, come già detto dalla Presidente Colaiacovo, ha già subito circa due anni di fortissima crisi, dovuta alla pandemia e alle conseguenze che ha portato per la carenza di turisti, soprattutto internazionali – ha proseguito Marchetti – a cui si aggiungono i rincari delle bollette dell’energia e del gas. Le aziende sono costrette ad efficientare e razionalizzare ogni processo industriale non escludendo, comunque, il necessario aumento del prezzo del servizio all’albergo. Il ragionamento sulla filiera, che includa le lavanderie industriali diventa, quindi, fondamentale, se si vuole salvare il settore del turismo. In particolare – conclude Marchetti – all’On. Maria Teresa Baldini (foto di copertina), che ha dimostrato una particolare attenzione e sensibilità al nostro settore, chiediamo di farsi portavoce presso il Ministero del Turismo per la creazione di un tavolo di confronto su questi temi”.

In considerazione della crisi che ancora impatta sul settore alberghiero e su quello delle lavanderie industriali, Confindustria Alberghi e Assosistema chiedono dunque al Governo: 

  • L’innalzamento al 25% del credito di imposta previsto per l’acquisto di energia elettrica, analogamente a quanto stabilito per le imprese energivore
  • La proroga immediata almeno di un ulteriore trimestre dei crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas, dell’IVA agevolata per l’acquisto di gas e delle misure di azzeramento/riduzione degli oneri di sistema. Tenendo presente che le esigenze delle imprese non si esauriranno in un arco di tempo così breve

L’introduzione di maggiorazioni sui crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas nel caso di imprese che hanno perdite di fatturato nel secondo trimestre 2021 superiori al 50% rispetto l’analogo periodo 2019

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